Ora che siamo alla fine di agosto, possiamo fare un bilancio della stagione estiva. Purtroppo quest’anno sia l’orto estivo che le coltivazioni fuori dall’orto sono state un po’ una delusione. Il clima ha influito moltissimo, passare da piogge continue a temperature africane ha creato molti problemi alle piante!
Nella nostra zona lamentiamo in molti la stessa situazione, un raccolto magro e piante malate. Chi più, chi meno.
Il fatto che abbia piovuto initterrottamente per un mese, proprio al tempo dei trapianti, non ha permesso di fare alcun trattamento e questo ha determinato che molte piante, specie i pomodori, si siano ammalate.
Dopo le piogge è esplosa l’estate torrida e, nonostante l’irrigazione aumentata, le piante non hanno fiorito e prodotto come al solito. Probabilmente tutte le energie le hanno impiegate per sopravvivere attendendo tempi migliori per fruttificare. Come noi che fatichiamo solo a stare a fermi!
Questa è, a grande linee, la situazione in cui sono i contadini nella nostra zona: poco raccolto sia di ortaggi che di frutta. E vale anche per noi con qualche piccola differenza.
Bilancio dell’orto estivo
Cominciamo col dire che, per diversi problemi avuti nel semenzaio, nell’orto estivo abbiamo tre diversi tipi di piante: piante nate da nostri semi, piante nate da semi comprati e piante F1 comprate al vivaio.
La differenza principale, in linea generale, è che le piante comprate(F1) sono più sofferenti e molte sono anche morte.
Anche le piante nate da semi antichi comprati, o salvati da coltivazioni precedenti, hanno sofferto e alla fine si sono ammalate, però hanno prodotto qualcosa.
Per quanto riguarda i pomodori, ad esempio, anche i nostri (tutti pomodori antichi nati da nostri semi) hanno la peronospora.
I trattamenti con poltiglia bordolese li abbiamo potuti fare solo a metà giugno ed era già troppo tardi.
La differenza con i vicini, che hanno pomodori F1, sta nel fatto che i nostri hanno prodotto comunque molti frutti buoni mentre loro hanno avuto quasi tutti i frutti malati e non mangiabili.
Una stagione davvero brutta, piante poco rigogliose, un raccolto scarso, un orto estivo triste anche alla vista.
Problemi di semina
I nostri problemi sono nati già a febbraio-marzo con le semine in semenzaio riscaldato. Eravamo così entusiasti di aver comprato tanti nuovi semi di varietà antiche e/o locali…
Senza dilungarci troppo diciamo che, nonostante le ri-semine, non siamo riusciti ad avere alcuna piantina di carote tonde, camomilla, melone, melanzane e peperoni. Anche i fiori non sono germinati.
Questo fallimento ci ha costretto, poi, a comprare diversi ortaggi al vivaio.
Alcuni dei semi comprati li abbiamo seminati direttamente in campo, come nel caso dei fagiolini, ma le lumache hanno decimato le piantine appena germogliate.
Ad esempio, i fagiolini gialli, che coltiviamo tutti gli anni, li abbiamo dovuti seminare tre volte e si sono salvate solo le piante dell’ultima semina che, però, non hanno fiorito perché le temperature erano già troppo alte.
Delle nuove varietà che volevamo testare, i fagiolini viola sono stati divorati dalle solite lumache e, non avendo altri semi, non abbiamo potuto fare una seconda semina. Invece del fagiolo nano dolico due piante hanno resistito e hanno anche prodotto. Purtroppo tutto il raccolto, comunque poco, lo abbiamo destinato a sementa per il prossimo anno.
Morale della favola quest’anno non abbiamo mangiato fagiolini!
Problemi nell’orto
Le piantine nate in semenzaio che siamo riusciti a trapiantare erano veramente poche, fatta eccezione per i pomodori.
Le zucchine sono state una vera delusione, le poche piante sopravvissute nel semenzaio o sono morte in campo dopo il trapianto, come la zucchina romanesca, o sono cresciute senza praticamente produrre alcuna zucchina, come la varietà Alberello di Sarzana.
D’altra parte anche la zucchina bolognese F1, comprata al vivaio, ha avuto lo stesso comportamento, cioè piante con pochi fiori e nessuna zucchina.
È andata anche peggio per cetriolini e zucchine Trombetta (piante F1): sono cresciute bene fino a metà luglio e poi, invece di fruttificare, hanno cominciato a seccarsi fino a morire una ad una.
Per quanto riguarda le solanacee, melanzane e peperoni (comprati) hanno avuto solo foglie, nessuna produzione per tutta la stagione, e solo ora stanno comparendo i primi fiori.
Anche le piante di friggitielli (nate da nostri semi) stanno producendo soltanto adesso.
Per i pomodori le cose sono andate meglio, visto la gran quantità di piantine che abbiamo trapiantato.
Le più piccoline sono morte dopo le pioggie di maggio e le altre alla fine si sono ammalate di peronospora. Nonostante ciò hanno comunque prodotto (e ancora producono) fiori e frutti, anche se in minor quantità rispetto al solito.
Purtroppo questa scarsa produzione non ci ha permesso di fare le solite bottiglie di conserva.
Bilancio delle altre coltivazioni
Al di fuori dell’orto un po’ di soddisfazione l’abbiamo avuta con i legumi.
Quest’anno abbiamo scoperto la roveja che è stata molto produttiva e diventerà un legume base nel nostro orto. Abbiamo avuto anche i piselli, agevolati dalle pioggie, che non venivano bene da anni.
I ceci, nonostante il clima non proprio adatto a loro, hanno dato molti frutti, abbiamo sgranato per ore e messo via quasi sei chili di ceci secchi per l’inverno! La raccolta, però, è stata più laboriosa degli altri anni perché, per via di tanta pioggia, le piante erano più grandi del solito e si sono un po’ allettate.
I fagioli del Purgatorio hanno prodotto poco, ma non è una novità.
Le piante di arachidi, che tanto volevamo provare, sono nate ma sono rimaste davvero piccole. Dovrebbero essere piante di mezzo metro invece sono di appena venti centimetri! Non è ancora tempo della raccolta ma in un mese non cresceranno certo in modo miracoloso.
Per il grano quest’anno il bilancio non è positivo. Le pioggie hanno allettato tutto il Senatore Cappelli, che era uno spettacolo, e hanno sommerso di “erbacce” il grano tenero. Abbiamo raccolto, con grande fatica, neanche la metà delle spighe.
Nella gilda delle tre sorelle solo il mais rosso di Marano ci ha dato soddisfazione, ora abbiamo tante piccole pannocchie rosse per fare un po’ di polenta. Di fagioli ne abbiamo raccolti davvero pochi e le zucche non sono proprio cresciute, sono rimaste piantine stentate che ormai non produrranno più.
Il bilancio della carciofaia, invece, è molto positivo. Certo parliamo di produzione avvenuta prima del periodo piovoso, ma abbiamo raccolto moltissimo e il freezer è pieno di carciofi pronti da cucinare.
Frutteto
Nella nostra zona non è andata bene neanche per i frutteti, pochissima produzione.
La pioggia di maggio ha fatto cadere molti fiori, per cui niente frutti, e fatto marcire la frutta che era già in maturazione, tipo le ciliegie.
Noi abbiamo raccolto solo qualche albicocca.
I fichi hanno saltato la fruttificazione di giugno e molte foglie si sono seccate. Adesso sono carichi di frutti in maturazione, quindi marmellata di fichi e cannella è assicurata anche quest’anno, ma molte foglie continuano a seccarsi.
Il melograno è il nostro unico albero che sembra non aver sofferto. Cresce rigoglioso e porta molti frutti.
Una brutta stagione
Il bilancio di questa stagione è davvero brutto, possiamo dire che è stata la stagione peggiore da quando ci siamo trasferiti qui.
Abbiamo raccolto, e mangiato, davvero poco. E meno male che negli anni abbiamo diversificato le coltivazioni e inserito legumi, carciofi e grano!
Quest’anno il clima ha messo in ginocchio molti agricoltori. Purtroppo, non c’è molto che possiamo fare per proteggerci dalla pioggia nel periodo sbagliato o dalle temperature africane (qui fino a 39 gradi), a meno di non optare per coltivazioni in serra.
Se proprio vogliamo essere positivi, c’è qualcosa da imparare anche da questa esperienza.
Nel nostro caso dovremo trovare delle soluzioni ai problemi che abbiamo riscontrato, a cominciare dal semenzaio.
Sicuramente dobbiamo trovare un modo per non farci entrare le lumache e rivedere assolutamente la terra che usiamo per le semine in vaschette.
Per i problemi avuti in campo dobbiamo rivedere il tempismo dei trattamenti nonché la selezione dei semi.
Siamo sempre restii a fare trattamenti, anche se ammessi in agricoltura biologica o naturali. Pensiamo che piante nate dalla selezione dei semi siano la migliore garanzia contro le avversità.
Quest’anno non abbiamo avuto nessun attacco di afidi o cimici (faceva troppo caldo o si è ripristinato un equilibrio?) ma le piante hanno avuto malattie funginee dovute alle piogge.
Nonostante la selezione dei semi i pomodori hanno la peronospora, ciò significa che ancora non abbiamo piante naturalmente resistenti alle malattie funginee e che, di conseguenza, i trattamenti sono necessari, forse già in semenzaio.
Inoltre significa che dovremo rivedere il metodo di selezione dei semi. Dovremo essere ancora più selettivi nello scegliere le piante da cui salvare i semi oppure dovremo continuare a prelevare da diverse piante fino ad ottenere ortaggi più resistenti? Un bel dilemma.
Anche il bilancio delle lavorazioni del terreno, che facciamo per migliorarne la struttura e la qualità, non è positivo.
Nella zona di orto permanente, il terreno è ricco di vita ma la struttura non è affatto buona. Il che significa che le pratiche di agricoltura naturale (forga-vanga, zappettatura superficiale e pacciamatura abbondante) da sole non bastano.
D’altra parte nella nuova zona, lavorata in modo tradizionale con la motozappa solo qualche mese fa, il terreno ha una struttura migliore (non eccezionale) ma è povero, senza vita.
Per ora non abbiamo una soluzione, sappiamo solo che urge un qualche correttivo.
A voi, in altre parti d’Italia, è andata meglio?
2 commenti
La stagione non è stata un granchè nemmeno in Romagna. Praticamente la situazione è la stessa che hai descritto, peronospora, zucchine con solo fiori, ecc. Ho avuto soddisfazione dal mais e dai girasoli che quest’anno sono stati bellissimi e a maggio un sacco di insalate che hanno goduto delle temperature miti e dell’acqua piovana (qui ha piovuto molto ma per fortuna non ha fatto i disastri come nel resto delle Romagna). Nel complesso un’estate da dimenticare… speriamo nei cavoli e nei finocchi che sono già in orto
Ciao Natalina, che bello sentirti!
Mi dispiace che anche da te sia andata così, anche se, egoisticamente, mi fa sentire meno sola.
Anch’io spero nell’orto invernale ma in campo per ora ho solo semi in germinazione.
Scrivimi via mail e raccontami la tua esperienza nel dettaglio, se ti va.