La semina dei legumi qui da noi si fa in primavera, eccetto le fave che vengono seminate a fine ottobre. Avere legumi nell’orto per noi è molto importante perché sono fonte di proteine e ci permettono una buona autosufficienza alimentare.
Coltiviamo legumi dal secondo anno che ci siamo trasferiti qui in campagna. All’inizio poche piante (ceci bianchi, ceci neri e lenticchie) tra le file dell’orto, più che altro per curiosità e anche per verificare se la nostra terra fosse adatta a queste coltivazioni, visto che ci avevano detto che su terreni argillosi e calcarei i legumi non vengono bene.
Da allora molte cose sono cambiate, i legumi non sono più nella zona orto perché ne coltiviamo una discreta quantità e, di norma, vanno ad occupare le aree dove l’anno precedente c’è stato il grano o le zucche. La rotazione è fondamentale per non impoverire il suolo.
Eccoci dunque, come ogni anno, occupati con la semina dei legumi dentro e fuori dall’orto.
Semina dei nostri legumi
Le “vecchie” varietà di legumi, nel senso che fanno parte della nostra produzione da anni, sono: fave, ceci Sultano e fagioli del Purgatorio.
Di questi legumi abbiamo i nostri semi perché li salviamo ad ogni raccolto.
Iniziamo le semine a fine ottobre con le fave, poi intorno al 15 marzo è il tempo dei ceci e in ultimo, a fine aprile, quello dei fagioli.
I ceci Sultano sono piante poche esigenti e, per noi, di grande soddisfazione. A parte i primi giorni dopo la semina, non hanno bisogno di irrigazione.
Come ogni anno prepariamo l’area, segnamo le file di coltivazione, scaviamo delle piccole buchette e seminiamo a posterelle, cioè 2 o 3 semi per buchetta. Lasciamo circa 20 centimetri tra ogni buca, e 60-80 centimetri tra le file.
Dalla scorsa stagione facciamo delle prode larghe in modo che possano ospitare due file di ceci sfalzate e quest’anno proviamo a coltivarli senza prode rialzate.
Abbiamo seminato circa 500 grammi di ceci secchi, facendo cinque file di bucchette, e speriamo di raccoglierne almeno cinque chili. Vorremmo aumentare ancora di più la produzione, ma l’operazione di sbaccellatura manuale richiede parecchio tempo.
Sempre intorno alla metà di marzo, mettiamo anche i piselli, ma non tutti gli anni perché questi legumi qui non vengono bene. Infatti non abbiamo nostri semi, per seminarli ogni volta compriamo i semi commerciali.
Abbiamo provato a seminarli in ottobre, insieme alle fave, ma le piantine non hanno mai resistito alle gelate invernali. Abbiamo provato anche a cambiare varietà (rampicante, mezza rama e nana), alla ricerca di quella più adatta al nostro terreno, ma non abbiamo notato grandi differenze di produzione.
Quest’anno ci riproviamo, anche se probabilmente questo è l’unico legume che davvero soffre il terreno calcareo e argilloso come il nostro.
Anche i fagiolini non possono mancare nell’orto. Di solito compriamo semi commerciali di varietà verde e di varietà gialla. Li seminiamo per San Giuseppe, 19 marzo, poi facciamo una seconda semina a metà aprile per avere un raccolto scalare.
Quest’anno, però, abbiamo affiancato la varietà gialla commerciale a due varietà nuove: il fagiolino verde dolico veneto e il regina viola. Siamo molto curiosi di scoprire come cresceranno e quanto produrranno.
I fagiolini li abbiamo seminati a postarelle e la distanza tra le buche, per noi, è data dal passo dell’ala gocciolante (33 cm) perché questi legumi li seminiamo dentro l’orto, ma si potrebbero coltivare più ravvicinati.
A fine aprile semineremo anche i fagioli del Purgatorio, una varietà locale tipo cannellino, con buccia molto sottile. Li semineremo in riga continua ma una parte andranno nella gilda delle tre sorelle.
Avversità
Purtroppo, eccetto i ceci, le giovani piantine vengono spesso divorate dalle lumache e limacce, qui ne abbiamo in abbondanza.
Dunque abbiamo ripreso le nostre cacce notturne cercando di salvare i raccolti.
Anche l’ortofosfatico ferrico aiuta, ma qui da noi bisogna spargerlo più volte, a distanza di 7-10 giorni, per vedere qualche effetto e non è molto economico.
Nuovi legumi
Quest’anno abbiamo tre nuove varietà di legumi da testare sul campo: cicerchia, roveja e arachidi.
Poche piante, ma se si adatteranno bene salveremo i semi e magari compreremo altre bustine per l’anno prossimo. Ci piacerebbe ampliare la nostra produzione e di conseguenza la scelta culinaria.
La semina di questi legumi si fa tra il 15 marzo e il 15 aprile.
Le notizie che riportiamo di seguito sono quelle che abbiamo trovato in rete (per questo usiamo sempre il condizionale), più avanti faremo dei post specifici su ogni varietà basati sulla nostra esperienza di coltivazione.
La cicerchia dovrebbe essere di facile coltivazione, tollerare bene il caldo e non avere bisogno di irrigazione, un po’ come i ceci. Nei baccelli dovrebbero esserci da 2 a 5 semi e si dovrebbe raccogliere a giugno.
Noi l’abbiamo seminata a posterelle, con buchette distanti 20 centimetri, proprio come i ceci.
La roveja è un pisello dei campi e, visto il nostro scarso successo con i piselli comuni, speriamo che questo antico pisello selvatico ci dia soddisfazione! Dovrebbe adattarsi a vivere in terreni argillosi ed umidi ed avere una buona resistenza al freddo.
Nel baccello dovrebbero esserci da 4 a 8 semi e la raccolta è prevista tra fine luglio ed agosto.
Per la semina ci siamo regolati come per i piselli, in riga continua, un solco con semi distanziati 8 centimetri. In realta, avendo solo una decina di semi è una micro fila! La roveja è rampicante e necessiterà di una rete su cui crescere, una mini rete.
Le arachidi avevamo già provato a coltivarle qualche anno fa sui bancali sinergici, ma non è nata nessuna pianta.
Probabilmente perché le avevamo seminate con la “buccia” ed ora abbiamo scoperto che vanno sgusciate, lasciando però la pelliccina rossa che avvolge il seme. A nostra giustificazione dobbiamo dire che sulla scatola di semi era scritto di seminarle con il guscio!
Quindi riproviamo fiduciosi, ci piacerebbe riuscire a fare il burro di arachidi.
Le semineremo i primi di aprile, a posterelle, a distanza di 20-30 centimetri sulla fila e tra le file ne lasciamo circa 80. Dovrebbero essere pronte tra settembre ed ottobre.
Finite le semine non ci resta che innaffiare per qualche giorno, fino alla nascita delle piantine. Successivamente irrigheremo con meno frequenza (sperando che piova di tanto in tanto) dato che i legumi sono stati seminati fuori dall’orto e quindi senza impianto a goccia (eccetto i fagiolini).
Non rimane che seguire la crescita di tutti i legumi e sfruttare i prossimi mesi per conoscere meglio le nuove varietà seminate e trarre le nostre conclusioni.