Marzo è un mese davvero impegnativo, comincia una nuova stagione agricola. Si ripristina l’area orto, si fanno le prime semine in campo, si verifica l’impianto di irrigazione, si semina il sovescio e anche i legumi. Eccoci quindi pronti ad iniziare.
Nell’orto
Lavori e semine in campo
Il lavoro principale del mese è il ripristino dell’orto.
Ogni anno in questo periodo bisogna dedicare un po’ di tempo alla preparazione dell’orto estivo. Di solito lo stato del nostro orto è quello che potete vedere in foto: vegetazione spontanea sulle file e sui camminamenti e poca pacciamatura residua!
Per chi segue un’agricoltura tradizionale basta una passata con il trattore, o con la motozappa, e tutto è fatto.
Per noi, invece, che abbiamo un orto permanente (in cui non entra nessun attrezzo meccanico), la faccenda è più lunga. Lavoriamo con la forca-vanga sulle file, verifichiamo le canne che hanno sostenuto i pomodori l’anno scorso, sfalciamo manualmente la vegetazione spontanea e ripristiniamo la pacciamatura.
Di certo non basta una giornata!
Anche il sistema di irrigazione necessita di verifica ed eventualmente di sostituzione. Per togliere tutti i tubi ad ala gocciolante e ri-distenderne di nuovi ci vuole tempo.
Una volta preparate le file si possono fare le semine.
Le prime le faremo intorno al 19 marzo, come vuole la tradizione locale, e cominceremo con i fagiolini, i piselli e gli spinaci. Senza dimenticarci dell’ultima semina dei bulbilli di aglio.
Quest’anno abbiamo due nuove varietà di fagiolini da affiancare ai fagiolini gialli (semi commerciali) e siamo curiosi di vedere come verranno. Proveremo anche a mettere i piselli di cui ci sono rimasti dei semi, sempre commerciali, anche se non ci sono venuti mai troppo bene.
In semenzaio
Quest’anno le piantine nel semenzaio hanno germinato con lentezza. Di solito dopo 4-5 giorni vedevamo spuntare le piantine, invece stavolta abbiamo dovuto aspettarne 8 per vedere i primi germogli.
Le prime piantine che sono nate sono state quelle di basilico genovese, nei giorni seguenti sono nate le zucche butternut e parte dei pomodori antichi. Comunque, a distanza di oltre due settimane, ancora non è nato tutto, ci sono molte vaschette vuote.
Questo ritardo non ce lo spieghiamo visto che il semenzaio funziona benissimo, il filo riscaldante si accende a bisogno e la temperatura è costantemente intorno ai 18-20 gradi.
Speriamo che nasca tutto quello che abbiamo messo, altrimenti dovremo ri-seminare.
Bancali sinergici
Tra marzo e aprile ci attende anche lo smontaggio dei bancali sinergici.
Tendiamo a dimenticarlo perché sarà un lavoro impegnativo e faticoso ma anche perché, in fondo, ci dispiace che non abbia funzionato. Sia come sia, la decisione è presa.
Prima però raccoglieremo tutta la bieta e la cicoria presente sui bancali “morenti”, la cuoceremo e ne faremo tante buste da surgelare e tenere per i periodi in cui nell’orto non c’è molto da raccogliere.
Fuori dall’orto
Preparazioni anche fuori dall’orto, in particolare nelle aree dove effettueremo la semina del sovescio e nella zona dedicata ai legumi.
Legumi
Come ogni anno seminiamo i nostri ceci sultano e ogni anno aumentiamo la quantità.
Li seminiamo a metà marzo, nelle aree dove l’anno precedente abbiamo coltivato il grano.
La zona scelta però va preparata, per cui sfalcio della vegetazione spontanea e, ahimé, passata di motozappa.
Le file dei ceci verranno affiancate, ad aprile, anche dai nuovi legumi da testare: roveja, cicerchie e arachidi. In realtà poche piante, giusto per sperimentare e, se cresceranno bene, per salvare i semi.
Patate
Sempre intorno a metà marzo è tempo della semina delle patate. Vogliamo riprovare la coltivazione in verticale perché il metodo della torre in effetti è comodo: non occupa molto spazio e il consumo di acqua è ridotto.
Tuttavia lo scorso anno qualcosa non ha funzionato: abbiamo raccolto pochissime patate e di dimensioni molto ridotte. Forse gli strati di terra erano troppo bassi o forse la peronospora, che ha colpito subito le piante, ne ha compromesso lo sviluppo.
Ritentiamo con qualche aggiustamento, ma prima dobbiamo sfalciare tutta la vegetazione spontanea che ha sommerso le strutture!
Sovescio
Proveremo questa pratica di AN su piccole zone, e le dobbiamo preparare, ossia sfalciare, lasciare sul campo lo sfalcio per qualche giorno e poi ammucchiarlo in attesa di usarlo come pacciamatura dopo la semina.
Il nostro primo sovescio sarà composto di semi di rucola, trifoglio, rapa, senape rossa ed erba medica, comprata appositamente per questo scopo.
In cucina
Quest’anno la Pasqua arriverà presto, quindi a marzo prepariamo la pasta acida per fare le tradizionali torte pasquali.
Nella nostra zona la pasta acida si prepara 10 giorni prima del giovedì santo, giorno in cui si fanno le torte (dolci e al formaggio) e si ottiene mischiando farina, acqua e lievito di birra.
Stavolta però vorremmo usare una vera pasta madre.
Quella che avevamo da diverso tempo (gradito regalo di un nostro amico) purtroppo non c’è più. Mesi di non rinfresco l’hanno rovinata, quindi proveremo a ripartire da zero con la nostra farina.
Per dare forza alla nuova pasta madre non basteranno certo dieci giorni per cui dovremmo iniziare subito sperando di riuscire ad avere una pasta madre viva e forte, in tempo per fare le torte di Pasqua.
Diy
Con la primavera, e temperature più miti, cominceremo anche le manutenzioni a tutto quello che è di legno: pergolato, arredi e soprattutto casette-pollaio.
Le casette sono rimaste abbandonate da quando non abbiamo più galline ma vanno assolutamente scartavetrate, impregnate e rimesse in sesto. Non sappiamo se accoglieranno nuove galline, ma lasciate così si rovineranno irrimediabilmente.
Nel pollaio
Entrare nel pollaio era veramente triste ed abbiamo evitato. Ora, volenti o nolenti, è tempo di sistemare anche questa area.
La volpe, che si aggira da mesi, non ci spinge certo a prendere nuove galline, ma la loro presenza ci manca moltissimo. Sembra assurdo ma le galline riempiono di vita il circondario.
Per riprenderne qualcuna, avevamo pensato di comprare uno di quei grandi recinti già pronti da assemblare ma, a parte il costo, ci sembrano comunque piccoli. Sappiamo quanto le galline amino scorazzare in giro, quanto hanno bisogno di spazio e di andare in esplorazione!
Stiamo valutando di ridimensionare l’area pascolo e creare una sorta di recinto-bunker, con rete antipredatore su tutti lati, anche a terra e soffitto. Ma per accogliere 4 o 5 galline dovrebbe essere di circa 40-50 mq, e non sarebbe un’operazione a basso costo.
Ci stiamo facendo due conti, razionalmente con quello che spenderemmo per creare una nuova struttura potremmo comprare uova per due o tre anni, ma c’è il lato emotivo e, come abbiamo già detto in questo post, avere uova delle proprie galline, in fondo non ha prezzo!