Il nuovo semenzaio riscaldato è finalmente operativo. Dopo l’esperienza con il semenzaio costruito lo scorso anno, ne abbiamo realizzato un altro apportando le modifiche necessarie a renderlo più funzionale. E a costo quasi zero!
Nel post dedicato al semenzaio riscaldato avevamo concluso che, benché avesse funzionato egregiamente, bisognava apportare qualche modifica per evitare i piccoli inconvenienti che si erano presentati. In particolare avremmo dovuto cambiare il luogo di posizionamento e la forma del cassone stesso.
Modifiche del semenzaio riscaldato
La posizione
L’esperienza sul campo ci ha fatto capire che la zona dove posizionare il semenzaio è molto importante e va scelta con cura.
Per il precedente semenzaio avevamo usato un cassone già presente nell’orto, costruito per provare la coltivazione delle carote, ed era posizionato a Sud.
Questo ci ha creato qualche problema perché i raggi del sole erano diretti sul semenzaio e abbiamo dovuto usare un telo ombreggiante per riparare le piantine. Inoltre, nonostante l’ombreggiatura, dovevamo innaffiare due volte al giorno per evitare che la terra si seccasse troppo.
Il nuovo semenzaio lo abbiamo posizionato a Nord, dove i raggi del sole non lo colpiscono e rimane ombreggiato senza bisogno di telo. Anche la terra rimane umida più a lungo dopo l’irrigazione.
La forma
Il semenzaio precedente era più o meno quadrato e ci entravano diverse vaschette ma il coperchio, una lastra di policarbonato, era piuttosto grande e scomodo da maneggiare.
Quest’anno lo abbiamo costruito a misura, preciso per farci entrare sei vassoi porta vaschette, che usiamo per le semine, per cui è rettangolare e il coperchio (in verità due) è sicuramente più comodo da aprire e chiudere.
Costruzione del nuovo semenzaio
Materiali
La nostra idea era di costruire un cassone con legno per esterno ma senza spendere una fortuna. Abbiamo preso in considerazione diversi tipi di legname ma, vuoi per il costo troppo elevato o perché non eravamo sicuri della salubrità del materiale, alla fine abbiamo deciso di utilizzare di nuovo i pallet.
In fondo i bancali li abbiamo (sono quelli su cui ci arriva il pellet) e sono a costo zero. Stavolta, però, li abbiamo tagliati ad hoc.
Per la costruzione, oltre ai pallet, abbiamo usato il polistirolo, la paglia, un telo pacciamante, un telo di plastica, il policarbonato e della ferramenta varia.
Diciamo che l’unica spesa è stata proprio la ferramenta e due fogli di compensato, per tutto il resto abbiamo riutilizzato materiali che avevamo a disposizione, quindi costo zero.
Comunque, anche dovendo comprare tutto il materiale, il costo finale del semenzaio risulterà inferiore ad un semenzaio che si può trovare in vendita, senza contare che autocostruendolo possiamo farlo esattamente delle misure volute.
Costruzione
Per prima cosa bisogna capire quante piantine deve contenere il semenzaio e che tipo di contenitori si usano per le semine.
Noi, ad esempio, usiamo i vassoi di polistirolo, quelli dei vivai che vendono le piantine da orto, che contengono 8 vaschette di plastica. Queste vaschette possono avere da 4 a 12 scomparti, e noi usiamo quelle a sei scomparti per la maggior parte dei semi.
Abbiamo quindi misurato i vassoi e ci siamo fatti un’idea delle dimensioni che doveva avere il semenzaio per contenerne sei che, alla fine, significa seminare circa 300 piantine.
Il nostro semenzaio, di conseguenza, è piuttosto grande, circa 2 metri per 1, ma noi mettiamo un seme per vaschetta per evitare i trapianti intermedi prima della messa a dimora nell’orto. (Qui tutto la semina)
La nostra struttura è formata da due bancali tagliati a misura per il pavimento del semenzaio (la misura è la lunghezza dei vassoi più lo spazio per il filo riscaldante, le prese elettriche e il termostato), più altri quattro bancali per le pareti verticali del semenzaio. Noi li abbiamo tagliati per avere un lato più alto dietro e uno poco più basso davanti, ma non è necessario.
I bancali che costituiscono le pareti lunghe sono collegati ai bancali che formano il pavimento con delle staffette ad elle e delle viti e, per una maggiore stabilità, la parete posteriore e quella anteriore sono tenute in posizione con una barra filettata, fissata con rondelle e dadi.
Per i lati corti del semenzaio invece abbiamo usato del compensato (altra spesa) che abbiamo unito con altre staffette al pavimento e avvitato alle pareti lunghe.
La coibentazione
Finita la struttura, si passa alla coibentazione, nel nostro caso fatta di polistirolo e paglia, già sperimentati con successo lo scorso anno.
Abbiamo riempito lo spessore dei pallet con dei vassoi porta vaschette e altri avanzi di polistirolo perché qua e là rimanevano degli spazi. Un po’ arrangiato, forse, ma ricordate che i fogli di polistirolo costano parecchio mentre i vassoi potete averli gratis in qualsiasi vivaio.
Per chiudere tutti gli ulteriori spazi abbiamo usato la nostra paglia, che è isolante.
Poi abbiamo ricoperto l’interno del cassone con un telo pacciamante spesso. In realtà un avanzo, infatti (come potete vedere dalle foto) non copre proprio tutto l’interno del semenzaio.
Infine sopra il telo, sul pavimento, abbiamo messo uno corposo strato di paglia.
Il coperchio
Per la copertura serve una lastra di policarbonato o di plexiglass, e purtroppo costano.
L’ideale sarebbe del policarbonato spesso e rigido ma abbiamo deciso di riutilizzare quello che avevamo comprato lo scorso anno anche se un po’sottile e piuttosto flessibile.
La differenza è che in questo nuovo semenzaio il coperchio è formato da due parti che si sovrappongono e che abbiamo fissato con semplici cerniere ai bancali. Inoltre il coperchio non si imbarca perché le due barre filettate della struttura fungono anche da appoggio.
Per tenere il coperchio aperto ci affidiamo a due travetti di legno, da mettere e togliere al momento, e li abbiamo resi un po’ più stabili segando in obliquo le estremità.
Rifiniture
Il lavoro ci sembrava concluso ma ci siamo accorti di qualche problemino con il coperchio.
Era aperto, tenuto con i bastoni, quando una folata di vento lo ha spinto tutto indietro e per poco non si è spaccato il policarbonato! Abbiamo quindi dovuto aggiungere due assi nella parte posteriore del semenzaio in modo da bloccarne l’eccessiva apertura.
La cosa migliore sarebbe costruire il coperchio di policarbonato con una cornice in legno ed usare delle cerniere laterali che lo tengano aperto, tipo vasistas. (vedi ultimo paragrafo)
Un ulteriore rifinitura è stata quella di avvolgere tutta la struttura del semenzaio con un telo di plastica trasparente (da serra) per ovviare a qualsiasi dispersione termica. Anche questo lo avevamo già, è stato un riciclo, altrimenti sarebbe stata comunque una piccola spesa, meno di 10 euro.
Questa aggiunta non ha certo migliorato l’aspetto estetico del semenzaio ma ha migliorato di molto l’isolamento e di conseguenza la tenuta della temperatura interna.
Infine bisognava sistemare il sistema riscaldante.
Abbiamo posizionato il termostato su una parete del cassone e il filo riscaldante lo abbiamo fatto passare lungo tutto il perimetro, ad abbracciare i nostri sei vassoi di piantine. Quest’anno non lo abbiamo adagiato sulla paglia ma abbiamo usato dei gancetti per tenerlo sollevato di qualche centimetro.
Noi abbiamo usato il sistema riscaldante che avevamo già, quindi per tutte le indicazioni tecniche a riguardo potete leggere il precedente post, in cui vi abbiamo raccontato il come e il perchè della nostre scelte.
Verifica sul campo
Il nuovo semenzaio riscaldato funziona molto bene: la forma ha ottimizzato la capienza e i diversi strati di coibentazione si sono rivelati utilissimi.
Il sistema riscaldante, infatti, funziona ancora meglio, nel senso che la temperatura è sempre stabile.
Abbiamo anche dovuto abbassare il delta nell’impostazione dei parametri perché la temperatura era costantemente sopra i 23 gradi. E quando la temperatura di notte è scesa sotto lo zero, all’interno del semenzaio, i piccoli semi sono rimasti al calduccio di quasi 16 gradi.
Questa efficienza costante del riscaldamento ha fatto germogliare molte piantine precocemente, prima dei soliti 7-10 giorni, e il primo seme di pomodoro è germogliato dopo solo tre giorni.
Siamo davvero contenti del nuovo semenzaio e delle modifiche che abbiamo apportato, se proprio dobbiamo trovargli un difetto diciamo che c’è da migliorare solo l’estetica!
(Eravamo ottimisti, un anno dopo abbiamo dovuto fare delle ulteriori modifiche. Vedi aggiornamento 2023, più sotto)
Facciamo due conti
Ricapitoliamo i costi del nostro nuovo semenzaio riscaldato:
Compensato (per le pareti corte): 14 euro
Ferramenta varia (viti, staffette ad elle, cerniere, barre filettate): 8 euro
Termostato: 24,00 euro; ammortamento in 2 anni, quindi: 12 euro
(piccola nota: rispetto allo scorso anno il termostato è aumentato di circa il 20%!)
Filo riscaldante: 27,00 euro; ammortamento in 2 anni, quindi: 13,50 euro
(questo è aumentato solo del 10%, misteri della globalizzazione)
Ah, poi come sempre nel semenzaio abbiamo inserito il sensore di un termometro-igrometro interno/esterno della Lidl, che è costato sui 15 euro: lo abbiamo da 3 anni, quindi valutiamo 5 euro l’anno.
Un sensore per monitorare la temperatura e l’umidità da remoto è molto utile: da casa si può vedere qual’è la temperatura interna del semenzaio, e intervenire se c’è qualche problema prima che le piantine muoiano, e sapere l’umidità permette di intervenire con le irrigazioni se serve. Se non lo trovate alla Lidl, su Amazon c’è questo, che costa solo un poco in più.
Corrente elettrica: 10 ore al giorno, 80watt l’ora, sono 0,8 KW. La corrente quest’anno è arrivata a 39 centesimi (circa il 100% di aumento!) al kw. Per 50 giorni (probabilmente meno) di accensione, sono 40kw, totale: 15,6 euri.
In definitiva, costruire il semenzaio ci è costato 47,50 euro, 52,50 se ci vogliamo anche mettere il termometro con sensore, e ne spenderemo 15,60 di corrente per mantenerlo in funzione per il periodo necessario.
Alla fine la spesa totale sarà di 63,10 euro.
Lo scorso anno avremmo risparmiato 115 euro di piantine, quest’anno probabilmente il risparmio sarà ancora maggiore, appena verificheremo aggiorneremo il post e vi informeremo.
Piccola nota: lo scorso anno a fine stagione abbiamo dimenticato nel vecchio semenzaio sia il filo riscaldante che il termostato, e lì sono rimasti fino a due settimane fa. Eppure funzionano perfettamente, dunque la vita utile probabilmente è anche superiore ai due anni previsti, il che ne allungherebbe l’ammortamento e ridurrebbe ancora di più i costi.
Vedremo il prossimo anno se saranno ancora utilizzabili.
Aggiornamento 2023
Il sistema di apertura si è rivelato inefficace e dopo un anno i coperchi si sono danneggiati, per via del forte vento.
Abbiamo apportato delle modifiche e, finalmente, abbiamo costruito i telai di legno per rendere più resistenti i coperchi.
Vi consigliamo di prevederli già in fase di costruzione. Bastano dei listelli di legno per fare un telaio (più uno centrale se il coperchio è grande), fissati tra di loro con colla e “L” di metallo.
I telai vanno fissati al policarbonato con rondelle, viti e dadi.
Abbiamo migliorato anche il sistema di apertura, niente bastoni che si sono dimostrati troppo instabili.
Abbiamo messo degli occhielli sulla parte anteriore del telaio dei coperchi, in cui abbiamo inserito un cordino.
Sulle assi posteriori che bloccano l’apertura abbiamo messo dei ganci a cui fissare il cordino in modo che i coperchi rimangano aperti anche con il vento, mentre alla base del semenzaio abbiamo inserito due chiodi lunghi a cui agganciare il cordino quando i coperchi sono chiusi.
Ora tutto è molto più stabile, e anche l’estetica ne ha guadagnato!