Eccoci dunque a febbraio e, nonostante il freddo e le gelate notturne, la primavera si comincia ad annusare nell’aria. Proprio come ci racconta il nostro piccolo alberello di mimosa alla sua prima fioritura.
Nell’orto
Ci sono molti lavori da fare in vista delle semine del prossimo mese ma, ad onor del vero, abbiamo fatto ben poco.
Un po’ perché la terra non era mai lavorabile, un po’ per il freddo, un po’ perché assorbiti da problemi personali.
Le nostre aiuole attualmente si presentano piene di “erbacce” e con pochissima pacciamatura, in una ci sono ancora i tutori dei pomodori da togliere e l’impianto della carciofaia non è ancora completato.
In realtà la zona carciofaia era stata già preparata, fresata e concimata, ad ottobre quando avremmo dovuto avere i carducci certificati. Purtroppo ce li hanno dati molto in ritardo e non abbiamo potuto fare il trapianto perché la terra era molto fangosa.
Durante questi mesi di attesa, nell’area carciofaia sono nate diverse erbe spontanee e la terra si è un po’ indurita, mentre i carducci, benché ricoperti con terra, hanno molto sofferto.
Appena la terra è diventata lavorabile, abbiamo quindi dovuto ri-zappare, ed estirpare, per poter creare le file della carciofaia.
Finalmente siamo riusciti a trapiantare i carducci ma la maggior parte è sofferente e in questi mesi invernali alcuni sono proprio morti, solo pochi hanno sviluppato bene fogliame e radici.
Ora sono a dimora definitiva e speriamo si riprendano.
Il lavoro non è comunque finito perché ancora dobbiamo ricoprire tutta la zona con la pacciamatura.
Dunque questo mese, tempo permettendo, sarà dedicato a finire la carciofaia, a preparare le zone dove effettueremo le semine di metà marzo (ceci, fagiolini e patate), e al ripristino del semenzaio riscaldato per le semine dei pomodori e degli ortaggi estivi.
La primavera è vicina!
Nel pollaio
Le galline hanno ripreso a deporre con costanza e abbiamo dinuovo molte uova.
Purtroppo abbiamo anche un problema mai verificatosi prima: la rogna delle zampe.
Due delle nostre galline, infatti, hanno le zampe con le squame sollevate e di un colore biancastro.
Questa “malattia” è dovuta ad un tipo di acaro che si annida sulle zampe, sotto le squame, e scava delle gallerie nella pelle. Se non si interviene tempestivamente questi parassiti possono possono causare gravi danni alle zampe e le galline potrebbero non essere più in grado di muoversi.
Per noi è un po’ uno shock visto che non abbiamo mai avuto un problema simile. E sinceramente ancora non abbiamo capito come sia potuto succedere visto che puliamo il pollaio con regolarità e le galline hanno a disposizione una zona apposita per fare i bagni di sabbia.
Le galline, infatti, si liberano dei parassiti proprio facendo i bagni nella sabbia/cenere, in pratica li uccidono per soffocamento facendoli entrare in contatto con il substrato polveroso.
Cure per la rogna delle zampe
Per risolvere il problema abbiamo fatto dinuovo una pulizia approfondita del pollaio, aggiunto altro strato corposo di cenere alla zona bagni e abbiamo cominciato a trattare le galline, le loro zampe, con olio di Neem.
Purtroppo bisogna trattare tutte le galline, anche quelle che stanno bene perché la rogna è contagiosa, nel senso che gli acari si possono spostare da una gallina all’altra.
Sulle zampe spruzziamo olio di Neem diluito e subito dopo passiamo anche olio di semi in modo che penetri sotto le squame. Gli acari dovrebbero morire “soffocati”.
Abbiamo letto che il trattamento va fatto per circa una settimana e poi ripetuto a distanza di 7/10 giorni, che è il tempo della schiusa delle uova degli acari. Ma le notizie che abbiamo trovato sono piuttosto discordanti a riguardo.
Il trattamento lo facciamo la sera, quando le galline dormono in modo che l’olio rimanga più a lungo sulle zampe. E anche per stressare meno le galline.
Abbiamo già trattato per cinque giorni e la situazione è un po’ migliorata, ma non è risolta.
Faremo un altro ciclo di trattamento e vedremo.
Se questo trattamento naturale non darà risultati non resta che usare un “acarocida”, in pratica un insetticida, ma la cosa proprio non ci attira. Non è salutare per le galline e per le uova, che a quel punto non si potranno mangiare per un po’ (tempo di decadenza del farmaco).
Tralasciamo pure i trattamenti a base di petrolio (molti usano il gasolio) perché sono altamenti tossici e cancerogeni.
Vi terremo aggiornati sui risultati e magari faremo un post dedicato a questo problema.
2 commenti
Noi per la rogna delle galline abbiamo prima messo le zampe a bagno per 10 minuti in acqua tiepida, aceto di vino e un po’ di sapone delicato, e poi spalmato le zampe con dello strutto un po’ sciolto e alla fine abbiamo applicato dello zolfo in polvere. Potrà sembrare uno strano miscuglio ma ha dato risultati miracolosi nel giro di pochi giorni…una gallina più vecchia camminava a malapena e già dopo un solo trattamento è tornata come nuova! Il tutto da fare sempre la sera ovviamente 😉
Ciao Sabrina, grazie mille per aver condiviso la tua soluzione.
Lo strutto, in effetti, funziona per lo stesso principio dell’olio, cioè soffoca gli acari.
Dello zolfo avevamo letto anche noi, ma abbiamo preferito provare prima con l’olio di neem e sembra che stia funzionando.
Anche le nostre galline stanno guarendo.