I pomodori antichi sono la coltivazione principale del nostro orto estivo, ne mettiamo più di cento piante. Oltre al consumo fresco, ci assicurano una quantità di conserve per fare sughi tutto l’anno.
All’inizio compravamo le piantine di pomodori da trapiantare al vivaio, ma da qualche anno ce le produciamo da soli, partendo dal seme.
Perché autoprodurre i pomodori
Il primo vantaggio ovvio dell’autoproduzione dei pomodori è quello economico. Se come noi ne coltivate in gran numero, sarà un grande risparmio perché le piantine costano e i semi di varietà particolari pure.
Ma un altro vantaggio è che si ha la possibilità di selezionare e riprodurre solo le varietà riuscite meglio nel proprio orto: le piante hanno “memoria” di quanto sperimentato (Quel che una pianta sa, D. Chamovitz).
Partendo quindi da piante del proprio orto, si ha la certezza che i semi abbiano ricevuto le informazioni specifiche riguardo le avversità, il clima, la disponibilità di acqua, ecc., che insomma abbiano memoria di ciò che la pianta-madre ha affrontato e che quindi avranno una migliore capacità di adattamento e di reazione a quegli stress. In teoria, anno dopo anno, dovrebbero crescere sempre meglio, ammalarsi meno e produrre di più.
Nel caso dei pomodori c’è il vantaggio che la probabilità di ibridazione tra le varietà è bassissima, perché il pomodoro è una pianta che si autoimpollina.
(Mantenere la varietà “pura” , però, è anche uno svantaggio nell’ottica dell’evoluzione della pianta e della biodiversità.)
Altro vantaggio è che non saremo costretti a prendere pomodori F1 o pomodori commerciali. Possiamo produrre pomodori antichi che di certo non troviamo al vivaio, nè al mercato, perché di solito hanno una buccia delicata e non adatta ai tanti passaggi della commercializzazione.
Si tratta di investire solo per comprare i semi iniziali, ma c’è anche la possibilità di barattare i semi e quindi non spendere niente.
Quali varietà antiche
Il pomodoro, come pianta selvatica con frutti piccoli e gialli, è originario del Sud America. In seguito fu “domesticato” e coltivato dal popolo Maya e poi dagli Aztechi.
I semi di pomodori gialli (pomi d’oro, da cui il nome) dal Messico raggiunsero l’Europa nel 1521, quando Cortés li inviò in Spagna.
In Italia giunsero dopo il 1550, dapprima nei territori legati al dominio spagnolo cioè Sicilia, Sardegna e Napoli.
Da questa brevissima storia si intuisce che le varietà più antiche sono quelle dell’America Centromeridionale, ma anche nel nostro paese ci sono varietà antiche (ovviamente posteriori a quelle sudamericane) ed ogni regione ha preservato le sue.
Per cominciare l’autoproduzione, la cosa migliore sarebbe reperire semi di varietà locali, magari da quei contadini che li coltivano da generazioni con semi gelosamente tramandati.
Nella nostra zona non abbiamo trovato semi di pomodoro tramandati da generazioni, qui i contadini che conosciamo comprano piantine commerciali al vivaio! Quindi all’inizio abbiamo dovuto acquistare i semi di varietà antiche su internet e abbiamo scelto in base… alla curiosità.
Successivamente abbiamo capito quali varietà erano più adatte al nostro clima e al nostro terreno. Abbiamo scoperto che nel nostro orto vengono meglio i pomodori di piccola taglia, mentre le varietà di pomodori giganti producono pochissimo e si ammalano di peronospora più facilmente.
Abbiamo testato diverse varietà, tra cui Dieci dita di Napoli, datterini di Siracusa e chardonnay gialli (tutte varietà di taglio piccolo) con ottimi risultati e, solo perché li adoriamo, continuiamo a coltivare anche la varietà Amana Arancio che invece ha frutti piuttosto grandi e da noi non produce tanto.
Quest’anno proviamo anche il pomodoro bonsai (nome originale tiny tim), varietà introdotta nel 1945, che abbiamo avuto attraverso uno scambio di semi.
Salvare i semi dei pomodori antichi
Dopo l’investimento iniziale per comprare la prima bustina di semi, ogni anno salviamo i semi dalle piante di pomodori cresciute nell’orto.
Ogni anno scegliamo le piante migliori (per il discorso della memoria), quelle che hanno avuto meno attacchi di malattie e parassiti, che sono state rigogliose e che si sono adattate bene al nostro orto, e da queste raccogliamo i pomodori destinati alla produzione di semi.
Per questi motivi è meglio raccogliere i semi di pomodori a stagione avanzata, in modo da essere certi quali piante siano state effettivamente le migliori. Inoltre per salvare i semi si devono raccogliere i pomodori molto maturi.
Il procedimento è molto semplice, e in questo post trovate nel dettaglio come fare, passo passo.
In sostanza si prelevano i semi con la loro gelatina, si aspetta un paio di giorni che si formi una muffetta, dovuta alla fermentazione, poi si sciacquano bene e si procede all’asciugatura.
Una volta asciutti, i semi si conservano in vasetti in vetro oppure in bustine di plastica (o di carta o di stoffa), che devono essere etichettate e datate. In attesa della semina, vanno riposti in un luogo asciutto e buio.
Il momento della semina
Come per molti ortaggi estivi, anche i semi dei pomdori hanno bisogno di temperature intorno ai 15-18 gradi per germogliare.
Per avere i pomodori a giugno o a luglio, la semina si effettua a fine inverno quando, però, le temperature sono ancora rigide e quindi non si possono seminare in campo.
Servono dei semenzai e un luogo riscaldato dove tenerli, in serra o in casa, perché all’aperto, specie di notte, fa ancora troppo freddo.
Sulle bustine di semi di pomodori antichi acquistati è raccomandato di effettuare le semine dopo metà marzo, ma dopo qualche anno di esperienza possiamo dire che è meglio anticipare un po’.
Nei semenzai, se non si usano fertilizzanti, le piantine dei pomodori non crescono tanto quanto quelle comprate al vivaio. Spesso ci si ritrova, a maggio, a trapiantare nell’orto piantine piuttosto piccole, e di conseguenza ad avere i primi pomodori un po’ in ritardo. Quindi meglio approntare i semenzai per fine febbraio o inizi marzo.
Qualcuno anticipa la semina a fine gennaio, per avere piante più grandi al momento della dimora in campo, ma in questo caso bisogna prevedere trapianti intermedi delle piantine: dal semenzaio al vasetto piccolo e poi a uno più grandino.
Se si ha una serra è un’operazione fattibile, se i semenzai si tengono in casa meno: è già difficile trovare un luogo adatto ai semenzai, figuriamoci a tanti vasetti!
La semina si effettua in luna crescente, così almeno dicono i libri di agricoltura.
Semi
na in semenzaio
Alla semina in semenzaio abbiamo dedicato un post che spiega tutto in modo dettagliato, comunque riassumiamo i punti importanti.
Secondo noi, come semenzai meglio utilizzare contenitori con 4/6 vaschette singole e mettere un solo seme a vaschetta. Questo permette di non dover fare trapianti intermedi ma un unico trapianto, dalla vaschetta al campo. Il primo anno abbiamo seminato più semi in vaschette grandi e abbiamo perso diverse piantine durante il trapianto in vaschette singole. Purtroppo le piantine hanno radici ancora molto sottili e possono morire.
Per la semina è molto importante la scelta della terra. Meglio usare quella specifica da semina piuttosto che il terriccio universale perché è più leggera e i semi germinano con più facilità.
I semi dei pomodori, essendo molto piccoli, non vanno seminati in profondità, bastano che siano ricoperti da due millimetri di terra.
Una volta effettuata la semina bisogna tenere sempre molto umido il terriccio, per molti giorni, innaffiando con uno spruzzino vaporizzatore.
I semenzai vanno tenuti chiusi affinché all’interno ci sia la giusta umidità che permetterà al seme di germogliare.
Nonostante la copertura, i semenzai vanno innaffiati tutti giorni e bisogna verificare che la terra sia sempre umida, però, se c’è troppa condensa sul coperchio (o sulla pellicola) bisogna asciugare perché altrimenti si potrebbero formare delle muffe e il seme stesso potrebbe marcire.
Germogli di pomodori antichi
I semi germoglieranno dopo circa una settimana, a quel punto la copertura si toglie, ma bisogna continuare ad innaffiare spesso affinché la terra rimanga umida. Carenze idriche durante questa fase compromettono lo sviluppo delle piantine.
Se usiamo semi comprati, il successo di germinazione sarà pressoché totale perché i semi sono testati e garantiti.
Se usiamo semi prelevati dai nostri pomodori la percentuale di successo si abbasserà un po’. Non selezionando i semi succede, basta seminarne qualcuno in più del necessario. E se poi dovessero nascere tutti potremo sempre sceglier di trapiantare solo le piantine migliori!
Appena le temperature lo permettono, di solito all’inizio di aprile, i semenzai vanno portati all’aperto nelle ore più calde (mai al sole diretto) e ritirati in luogo riscaldato nel pomeriggio. Questa operazione serve a far acclimatare le giovani piantine di pomodori e dare loro più luce, inoltre stando all’aperto crescono più vigorose.
Se la semina è stata effettuata molto in anticipo, o se abbiamo messo più semi in una singola vaschetta, prima del trapianto in orto, bisognerà effettuare trapianti intermedi.
Il trapianto è un’operazione delicata, assicuriamoci che le piantine abbiano almeno 4 foglie vere, cioè 4 foglie di pomodoro, perché le prime due foglie non vanno considerate.
Semenzaio riscaldato
I pomodori (antichi e non), ma anche le zucchine, i peperoni e i fagioli, per germogliare hanno bisogno di temperature tiepide che a febbraio o marzo, quando si effettuano le semine, ancora non ci sono.
I semenzai tenuti in casa non necessitano di sistemi di riscaldamento perché la casa è un luogo caldo e la temperatura non scende mai sotto i 15 gradi. Questo vantaggio si paga, però, in termini di comodità: davanzali occupati, semenzai da spostare per una luce ottimale e giovani piantine da portare all’aperto e riportare dentro tutti i giorni.
Ovviamente se si ha una serra tutto è un po’ più agevole ma va previsto un sistema di riscaldamento perché di notte le temperature scendono sotto i 15 gradi anche in una serra. Si può riscaldare usandando un termoconvettore o una stufetta.
I cassoni per le semine, quelli posizionati all’aperto, sono un’altra possibilità.
Sono comodi ma, anche in questo caso, dobbiamo prevedere un sistema di riscaldamento. Si possono usare appositi tappetini riscaldanti da mettere sotto i semenzai, oppure tubi riscaldanti o filo riscaldante da posizionare all’interno del cassone.
Tutti i sistemi di riscaldamento hanno bisogno anche di un termostato computerizzato. Questo rileva la temperatura e si attiva/disattiva secondo i parametri che abbiamo impostato.
Il nostro nuovo semenzaio
Quest’anno, per semplificarci le semine, abbiamo provato un cassone riscaldato.
Ora le nostre vaschette di pomodori sono all’aperto in un cassone autocostruito e munito di sistema di riscaldamento.
Innaffiamo e verifichiamo tutti i giorni ugualmente ma, una volta che le piantine sono germogliate e le temperature esterne lo permettono, ci basta togliere la copertura del cassone in modo che possano prendere aria. La sera poi richiudiamo il cassone e, quando la temperatura scende sotto i 15 gradi, entra in funzione il filo riscaldante collegato al termostato.
Accortezze per il successo
Affinché le semine dei pomodori antichi abbiano successo, riassumiamo gli elementi principali a cui prestare molta attenzione.
La temperatura
La temperatura è un elemento essenziale per il successo di germinazione.
Controllare che il luogo che ospita i semenzi abbia sempre una temperatura minima intorno a 15 gradi. Anche quando le piantine saranno germogliate e di giorno le teniamo all’aperto, le temperature devono essere intorno a questo valore.
La luce
In casa le piantine potrebbero filare, cioè allungarsi verso la direzione della luce e quindi avere uno stelo poco robusto. Avere una luce uniforme e portare all’aperto i semenzai appena le temperature lo consentono, è quindi molto importante. Permette alle piantine di usufruire di una maggiore quantità di luce e sicuramente più diffusa.
L’umidità
La terra dei semenzai deve essere sempre umida, sia prima che i pomodori germoglino che dopo, quando saranno nati.
Innaffiamo spesso, in particolare quando portiamo i semenzai all’aperto, perché la terra si asciuga molto velocemente.
Se siamo stati bravi, a fine aprile avremo delle giovani piantine di pomodori antichi da trapiantare con successo nel nostro orticello.
3 commenti
Articolo molto interessante, come sempre!! Grazie Donatella
Ciao Natalina, hai visto che abbiamo seminato anche i tuoi semi di pomodoro bonsai?
Grazie a te che ci segui sempre!
Sì sì ho visto!! Spero ti piacciano! Ciao e buona coltivazione