Dopo il secondo orto abbiamo cominciato a chiederci se fosse possibile uscire dalla pratica dei trapianti stagionali, cioè risparmiarsi di comprare e trapiantare gli ortaggi più volte l’anno. E ci siamo anche chiesti se fosse possibile avere un orto da seme lasciando qualche pianta nell’orto (anno dopo anno) invece di estirparla a fine stagione.
Devo dire che a riguardo non abbiamo trovato molte notizie, tantomeno esperienze dirette fatta eccezione per l’agricoltura naturale di Masanobu Fukuoka e per la food-forest della permacultura.
La foresta commestibile
Confesso che questa foresta commestibile, misto giardino-orto (con grandi alberi, alberi più piccoli, arbusti, piante e ortaggi) è interessante per riuscire ad avere altro cibo dal giardino, per creare un piccolo habitat consociativo sotto gli alberi, ma non è un modo adatto a fare un vero e proprio orto.
Abbiamo scoperto poi che pochissimi ortaggi e verdure resistono per più di un anno, e che la pratica sostenibile più usata consiste nel salvare i semi e produrre da sè nuove piantine. Voi conoscete altre pratiche e avete fatto altre esperienze?
Orto da seme
Comunque, per la nostra filosofia del mettere in pratica, abbiamo cominciato a fare due esperimenti: lasciare in campo le piante a fine ciclo e salvare i semi.
Broccoli rapa e bieta
Per prima cosa abbiamo provato con i broccoli rapa e la bieta, poi anche con la cicoria e ogni anno proviamo con qualche altra pianta.
Con i broccoli rapa e la bieta devo dire che funziona. La prima volta abbiamo lasciato fare come in natura, cioè abbiamo lasciato che le piante fiorissero e andassero a seme, che i semi si spargessero vicino alla pianta madre e che molti fossero trasportati dal vento. Il risultato è stato che parecchie piantine sono spuntate qua e là nel giardino, in ordine sparso, e si sono sviluppate bene. L’anno successivo invece abbiamo lasciato solo due piante e i semi li abbiamo raccolti, almeno quelli dei broccoli rapa, e riseminati nelle file dell’orto, mentre per la bieta lasciamo fare ancora alla natura.
Con questo sistema le piante si riproducono benissimo ma non si può contrallare dove nasceranno (e cercare di evitarle quando si passa con il tagliaerba non è sempre facile!). Nè si può controllare la densità (infatti spesso nascono tutte vicinissime e andrebbero diradate).
Le piante madri dei broccoli rapa, dopo aver prodotto i semi, si seccano al primo caldo e muoiono. Mentre quelle della bieta diventano sofferenti e non sempre sopravvivono.
Cicoria catalogna
Abbiamo provato a fare lo stesso anche con la cicoria catalogna, che coltiviamo per avere le puntarelle. Purtroppo non sono spuntate nuove piantine dai semi dispersi in campo e le piante madri che abbiamo lasciato nell’orto non sono morte ma non sono state molto produttive l’anno successivo. Non so, in questo caso l’esperimento “orto da seme” non ha funzionato, ci riproveremo.
Ceci
Con i ceci abbiamo provato la conservazione dei semi per l’anno successivo. Le piante madri si seccano dopo aver prodotto i baccelli (con i ceci dentro). Così basta conservarne una parte per la semina dell’anno successivo e ripetere il ciclo. Il raccolto abbondante di quest’anno, infatti, è nato dai nostri ceci dell’anno precedente!
Cavoli
La pianta di cavolo nero che abbiamo lasciato nell’orto per prova, con le temperature estive si è quasi seccata e non ci sono nuove piantine intorno nate da semi.
(Aggiornamento: successivamente è morta, ma ci abbiamo riprovato l’anno dopo e due piante di cavolo nero sono durate due anni.)
Invece due piante di cavoletti di bruxelles, sempre lasciate nell’orto a fine stagione, sembrano aver resistito al caldo. E ora sono più grandi dell’inverno scorso. Chissà che non possano diventare perenni! Anche per queste però nessuna nuova piantina intorno alle piante madri.
(Aggiornamento: sono poi morte l’estate successiva.)
Pomodori
Nell’orto, con grande sorpresa, abbiamo trovato delle piante di pomodoro nate da pomodori caduti, o buttati da noi perché rovinati, dell’anno precedente che sono marciti pian piano, lasciando i semi sul terreno.
Questi semi hanno resistito alla neve e al freddo dell’inverno per poi spuntare ad aprile!
Quando abbiamo visto tutte queste piantine di pomodoro, nate spontanee, fitte fitte, non le abbiamo diradate. Anche perché, onestamente, non credevamo potessero produrre frutti. Abbiamo pensato di lasciarle così e di osservare quel che sarebbe successo. In realtà sono cresciute e hanno il loro bel carico di pomodori anche se non si sono sviluppate molto. Ma forse solo perché troppo attaccate una all’altra, una mini giungla!
Semina su sodo
Questo esperimento involontario ci ha fatto riflettere sulla semina su sodo, cioè sulla capacità delle piante di radicare anche se il seme è SOPRA la terra, tecnica che già usiamo per le patate, e che forse si può applicare anche ad altre piante.
Inoltre ci ha stuzzicato l’idea di provare a seminare imitando il ciclo naturale, cioè provare a seminare piante dell’orto invernale sotto le piante dell’orto estivo ancora in produzione. Potremmo, per esempio, seminare i broccoli sotto le piante di pomodoro già a fine luglio (quando in natura cadono i semi), così da avere un orto “in continuo” senza pause tra una coltivazione e l’altra.
In più ci ha incoraggiato a provare a produrre da seme anche piante dell’orto estivo, infatti quest’anno abbiamo provato con i semi di pomodori di varietà antiche (heirloom tomatoes).
C’è ancora un aspetto da considerare e approfondire però, che è l’ibridazione naturale delle piante, ma questo è un altro argomento.