Le piante hanno il senso del tatto?

boscoDiciamo subito che sì, anche le piante hanno il senso del tatto.
Le piante, cioè, sono in grado di percepire il contatto diretto con qualcosa o con qualcuno, e anche di rispondere al tocco.

Riprendiamo, dopo molto tempo (è passato qualche anno!), l’argomento che riguarda i sensi delle piante che era rimasto incompleto.

Per chi si fosse perso ” le puntate precedenti” mettiamo qualche link sui sensi delle piante: la vista, l’udito, e l’olfatto.
In parellalo avevamo fatto anche diversi post sui sensi delle galline, a cominciare dalla vista.

Il tatto

Il senso del tatto ci permette di riconoscere le caratteristiche degli oggetti che entrano in contatto con il nostro corpo. Attraverso il tatto riusciamo anche a percepire il caldo, il freddo e il dolore.

Per quanto riguarda le piante, parliamo di “capacità sensoriali” che questi organismi hanno sviluppato per adattarsi all’ambiente circostante dato che non possono spostarsi o fuggire.

bosco di faggiLe piante hanno la capacità di percepire le sensazioni tattili, avvertono un contatto diretto con un oggetto o un essere vivente, ma percepiscono anche il tocco del vento che le scuote.
Insomma le piante sanno quando vengono toccate.

A livello scientifico per la pianta un tocco determina una modificazione dell’equilibrio ionico delle cellule e l’emissione di un segnale elettrico. Il segnale si propaga da una cellula all’altra innescandoo una serie di reazioni a catena che portano all’attivazione di specifici geni.
Quando tocchiamo una pianta, o il vento muove i suoi rami, si verifica, quindi, un rapido cambiamento nella sua costituzione genetica.

Le piante rispondono al tocco

La pianta, una volta percepito il contatto, risponde in diversi modi.

Ci sono reazioni veloci, dette tigmonastiche, quando la pianta risponde velocemente con dei movimenti e questi movimenti sono sempre nella stessa direzione.

E ci sono risposte molto lente, che coinvolgono la crescita stessa della pianta.
La tigmomorfogenesi descrive proprio una risposta a stimoli meccanici che prevede un lento ma permanente cambiamento nella struttura della pianta.

D’altra parte se le piante, organismi fissi, non sapessero rispondere allo stimolo del contatto non potrebbero sopravvivere. Basti pensare ad una radice che sviluppandosi toccasse un ostacolo o a un seme che germogliando trovasse un piccolo sasso. Senza questa capacità di percezione e di risposta non riuscirebbe ad eludere l’ostacolo e potrebbe morire.

Risposte veloci

Ecco qualche esempio di risposte veloci che le piante hanno come reazione al sentirsi toccate.

Le piante rampicanti iniziano a crescere rapidamente appena entrano in contatto con oggetti a cui possono avvolgersi. Quando i loro viticci vengono in contatto con uno steccato o una rete, cominciano subito ad avvinghiarsi.
Molte di queste piante sono particolarmente sensibili al tocco. Ad esempio la sicyos angulatas (zucchina americana), è capace di avvertire la presenza di uno spago che pesa solo 0,25 grammi. Ben più sensibile di noi (circa 10 volte) che riusciamo a percerpirlo soltanto se pesa almeno 2 grammi.

dionaea, foto da PxhereAnche le piante carnivore, tipo la  Dionaea (Venere Acchiappamosche), sono molto sensibili al tocco e reagiscono chiudendo le foglie per intrappolare gli insetti.

Oggi sappiamo che la “trappola” della Dionaea scatta se c’è pressione sui peli dei lobi della foglia.
Il meccanismo è sofisticato, non basta toccare un solo pelo, devono esserne toccati almeno due entro un periodo di tempo di venti secondi. Con questo sistema la pianta sa che si tratta di un insetto, che questo è della giusta dimensione e non riuscirà a divincolarsi.
I peli in questione, oltre ad essere sensibilissimi, sono anche molto selettivi, infatti la foglia non si chiude sotto la pressione dell’acqua.

Inoltre la pianta riesce a memorizzare il primo tocco e aspettare il secondo. E qui entra in gioco un sistema di “memoria” che sarà oggetto di un altro post, il post conclusivo sui sensi delle piante.

Molto sensibile al contatto anche un’altra pianta, la Mimosa Pudica, che chiude le foglie appena si sente toccata. Ha una risposta veloce e molto vistosa perché il contatto genera un segnale elettrico che avvia un processo in cui l’acqua viene pompata fuori dalle cellule delle foglie.

Risposte lente

Per sopravvivere le piante devono percepire l’ambiente circostante e, dato che non possono muoversi, la loro reazione agli stimoli esterni è una risposta adattiva.

Le piante, se continuamente stressate (e il contatto continuo è un fattore di forte stimolazione), producono una risposta lenta ma che cambia la struttura stessa della pianta.

Possiamo fare l’esempio di un albero che cresce esposto continuamente al vento.
La pianta percepisce il vento che la scuote e risponde rallentando la sua crescita, producendo un tronco più robusto e limitando lo sviluppo dei rami. Lo stesso albero avrebbe un aspetto diverso se non fosse sferzato dal vento, diventerebbe alto, sottile e pieno di rami.

Anche nel caso di alberi cresciuti troppo vicini ad altri, o vicini a un muro, non è raro vedere un cambiamento della forma stessa dell’albero. Lo sviluppo dei rami non è uniforme perché dal lato “ostacolato” crescono meno, creando così un aspetto asimmetrico della chioma.

Succede esattamente la stessa cosa anche quando gli animali mangiano di continuo le foglie di una pianta o quando noi, umani, le tocchiamo ripetutamente.

Questo fenomeno fu osservato in origine da Frank Salisbury negli anni ’60, mentre studiava lo Xanthium strumarium (Nappola minore).
accarezzare un melogranoNotò, con grande sorpresa, che le foglie che misurava tutti i giorni erano sempre più corte delle foglie in altre parti della stessa pianta.
Non solo, ma le foglie misurate, man mano che l’esperimento procedeva, spesso ingiallivano e morivano mentre le foglie della stessa pianta che non erano mai state toccate, erano verdi e crescevano bene.

Ora sappiamo che accarezzare le piante in modo prolungato, o troppo spesso, ne rallenta la crescita e non le fa sentire amate, le può uccidere!

Il dolore

Attraverso il tatto noi percepiamo anche il dolore, e le piante?
Quando tagliamo il prato, l’erba soffre? Quando potiamo, l’albero prova dolore?

Secondo il professore Daniel Chamovitz no. Il perceperire degli stimoli, il “sentire” delle piante non implica emozioni e le piante non hanno i nocicettori responsabili della sensazione del dolore.

Ecco le sue parole:
“Non sono stati identificati nocicettori nelle piante.
…non tutti i tessuti del nostro corpo contengono nocicettori. Per esempio, il cervello non
contiene nocicettori. Infatti durante le operazioni al cervello, il
chirurgo può incidere il tessuto cerebrale causando, ovviamente, danni ai tessuti senza che il paziente provi alcuna sensazione di dolore.
Così danni ai tessuti e dolore non sono per forza correlati. Dunque il fatto che noi tagliamo l’erba, che è ovviamente un danno ai tessuti, non significa che la pianta debba provare dolore.

Inoltre è la nostra corteccia frontale a definire i nostri stati emotivi e le piante non hanno la corteccia frontale. 

Così, in assenza di nocicettori e in assenza di una corteccia frontale, penso si possa affermare con una certa sicurezza che anche se le piante sentono gli stimoli meccanici, non sentono
il dolore, non soffrono”.

Speriamo abbia ragione!
In attesa di altre scoperte scientifiche, intanto non stressiamo le piante toccandole in continuazione.

 

Fonti:

What a Plant Knows2012 Daniel Chamovitz
(tradotto in italiano Quel che una pianta sa – Raffaello Cortina Editore)

Corso MOOC
Understanding Plants – Part I: What a Plant Knows

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