Gli attrezzi agricoli che ci aiutano nei lavori di campagna sono tanti, ma solo alcuni sono veramente indispensabili. Facciamo una panoramica su quelli che servono a chi, come noi, non usa un trattore per lavorare la terra.
Noi l’orto pacciamato lo lavoriamo manualmente, e solo nella parte di terreno dedicata al grano e al prato usiamo qualche macchina a motore.
Partiamo dicendo che per lavorare nell’orto la prima cosa indispensabile è un abbigliamento adeguato. Quindi guanti della taglia giusta, abiti comodi e scarpe adeguate. Sembra ovvio ma, soprattutto riguardo le scarpe, noi ci abbiamo impiegato un po’ di tempo a capire che in inverno servono stivali da neve (anche se la neve non c’è), nelle altre stagioni scarpe comunque chiuse, e in estate, anche se fa caldissimo, sabot di gomma impermeabili (senza buchi per l’aria).
Passiamo ora agli attrezzi veri e propri.
Attrezzi per lavori manuali
La dotazione di base indispensabile, non solo per l’orto, si compone di attrezzi che possiamo definire attrezzi basici: forbici, cesoie, seghetto da potatura (sega a coltello) e coltello per raccogliere gli ortaggi. Molti contadini anziani hanno sempre in tasca un coltello ripiegabile Opinel utile a più scopi. E anche noi ci siamo adeguati a questa tradizione.
A questo equipaggiamento abbiamo aggiunto un barattolo (da riempire con alcool denaturato) e un pennello perché sono insostituibili nella lotta manuale alle lumache e alle cimici.
Vediamo ora agli attrezzi agricoli specifici per l’orto.
L’elenco è molto lungo, se di buona qualità costano e comprarli tutti insieme è una bella spesa. Il nostro consiglio è di valutare bene cosa vi serve rispetto al tipo di orto e di lavorazioni che effettuate. All’inizio prendete solo quelli che sono proprio necessari e man mano aggiungetene altri. Inoltre, quando li comprate, non vi servite dai grandi distributori tipo Brico_qualcosa o nomi analoghi francesi ;-). Comprate invece gli attrezzi nella ferramenta (o nel garden shop) del paese: per uno dei grandi misteri del capitalismo avanzato, dal ferramenta (o dal garden shop) in genere costano meno (anche il 50% in meno) e sono di qualità migliore!
La lista comprende: carriola, zappa, vanga, rastrello, sarchiatore, forca, falcetto, roncola, pala, piccone…
Qui parliamo di quelli che abbiamo testato sul campo e che riteniamo davvero utili. Alcuni attrezzi per esempio, pur avendoli comprati, non li utilizziamo mai.
Tre attrezzi indispensabili
1. La zappa
Cominciamo con la zappa. Esiste di varie tipologie: quadrata, trapezoidale, a cuore, a punta, bidente….
Noi abbiamo una zappa comune e all’inizio l’abbiamo usata parecchio. Per rompere le zolle, recidere le erbacce, fare piccole buche e per rincalzare.
A dire il vero all’inizio per rompere la terra, durissima, ci aiutavamo anche con il piccone perché con la zappa era faticoso. Ci sembrava proprio che non se ne potesse fare a meno. Ma con il tempo abbiamo cambiato tipo di orto e modo di lavorarlo, e adesso la zappa la usiamo poco.
Ora io uso una zappetta da giardinaggio, con manico corto, e lavoro seduta o in ginocchio. Questo perché, dopo una giornata di lavori pesanti, sono rimasta bloccata con la schiena!
Da allora preferisco lavorare in ginocchio, su un cuscino da giardinaggio in gommapiuma, in modo da non metterla più a rischio. Purtroppo la zappa, ma anche il piccone o il rastrello, prevedono una postura con schiena piegata, quindi io non li uso quasi più. Ma mio marito preferisce lavorare in piedi e usa la zappa.
2. La forca-vanga
Un attrezzo che amiamo è la forca-vanga, scoperto dopo un paio di anni di pratica agricola. Questo è quello che riteniamo veramente indispensabile.
Dopo un paio di anni, con la tecnica della pacciamatura e della non-lavorazione meccanica, la terra dell’orto è migliorata e questo è l’attrezzo che usiamo di più.
Si tratta di una specie di forcone a 4 denti con cui smuovere il terreno senza rivoltare nulla. In terreni argillosi come il nostro è un aiuto notevole, anche per il drenaggio.
Quando c’è da preparare l’orto per la stagione, per prima cosa passiamo con la forca vanga sui bancali. Si infila l’attrezzo nel terreno e, facendo un mezzo passo all’indietro, si fa leva sul manico e si smuove la terra. Non si rivolta, una leggera smossa, tirando il manico indietro, o oscillando una volta in avanti e una indietro (vedi video in fondo al post). Si lavora dritti e la schiena non ne risente. Di forca vanga esistono altri modelli, forse più comodi ma anche più costosi.
Vi chiederete qual è la differenza tra una forca vanga e un forcone. A prima vista sembrano simili: la forca vanga in genere ha 4 rebbi, mentre il forcone 3. Ma la vera differenza è nella solidità: il forcone è molto leggero, i rebbi sono a sezione tonda, e si piegano subito se usato come la forca vanga. La forca vanga è più pesante, i rebbi sono più spessi, a sezione quadrata, e non si piegano anche se il terreno è molto compatto.
3. La carriola
Altro immancabile attrezzo è la carriola. Compratela buona anche se costosa. La nostra prima carriola economica è durata veramente poco. Serve a tantissime cose, e quindi si usa tantissimo.
Ci trasportiamo la paglia per la pacciamatura e per il pollaio, la carichiamo di concime (pollina dal pollaio o letame), di legna e di sacchi di pellet da trasportare dal magazzino alla caldaia. Insostituibile.
Attenzione però a tenere la ruota sempre gonfia sia per evitare forature, sia perché più la ruota è gonfia, più rotola meglio e meno fatica si fa. La pressione della gomma deve essere tra 1,6 e 2,2 bar, dipende da quanto è sconnesso il terreno (se non è sconnesso pressione più alta).
E occhio quando la comprate, che non sia una di quelle con i ganci: servono nell’edilizia a tirarla su con un argano, ma nell’orto non servono a nulla e costano di più.
Noi con questi tre attrezzi riusciamo a fare quasi tutto.
Altri attrezzi
La vanga, un specie di pala con l’appoggio per il piede, serve a rivoltare la terra, noi non l’abbiamo mai usata nell’orto perché seguiamo la pratica della minima lavorazione. Per noi è utile solo per scavare le buche per la messa a dimora dei alberi.
Anche la pala è utile quando si trapiantano alberi, per spostare la terra dalla buca e per rimetterla dentro una volta posizionato l’alberello. Inoltre può servire per caricare sulla carriola residui di lavorazione come foglie, aghi di pino, ecc.
Il rastrello con rebbi corti è utile per livellare la terra fresata prima dei trapianti o delle semine. Noi lo usiamo nella parte di campo dove mettiamo il grano. Nell’orto non ci serve.
Il rastrello a ventaglio, con rebbi curvi, è utile per ammucchiare le foglie e l’erba falciata che poi usiamo per pacciamare.
Il sarchiatore, una rotella con punte che rompe la crosta e aiuta ad estirpare le erbacce, non lo usiamo. Ma il nostro orto è pacciamato. E in primavera, quando solleviamo i sacchi di iuta e la paglia, facciamo quanto detto sopra (forca-vanga e zappetta) e poi ripacciamiamo, per cui, per noi, è un attrezzo inutile.
Il forcone serve a prendere la paglia, in mucchi. Ma la paglia che ci autoproduciamo, dallo scorso anno, la teniamo dentro i sacchi, e prima la compravamo in ballette. Quindi, pur avendolo, il forcone lo usiamo raramente.
Attrezzi che usiamo stagionalmente sono il falcetto e la roncola.
Il falcetto serve per la mietitura. Lo scorso anno non l’abbiamo usato perché abbiamo avuto qualche problema con i tempi di mietitura, ma quest’anno speriamo sarà diverso.
La roncola invece ci serve per tagliare le canne che usiamo come tutori per i pomodori e anche a fare la punta, necessaria per infilarle nel terreno. Si usa anche per potare i rami e scortecciare. Però attenzione, è un attrezzo con cui è molto facile farsi male. Se non lo avete mai usato, prima osservate come lo usa qualche contadino anziano, e rubate con gli occhi.
Manutenzione degli attrezzi
Mantenere bene gli attrezzi è importante. Se a fine stagione, prima di riporli, li puliamo, rifacciamo il filo e li oliamo dureranno molto a lungo.
Inoltre considerate che la fatica spesso dipende da quanto gli attrezzi sono affilati. Una zappa affilata, entra più facilmente nel terreno e taglia meglio le radici delle malerbe. Così come si lavora meglio con roncola, falcetto, coltelli e seghe affilati.
Per tutti gli attrezzi che prevedono il manico in legno, è bene sapere che il legno è un materiale “vivo” e risente delle variazioni termiche. In estate, spesso bisogna lasciare a mollo nell’acqua la parte del manico che si unisce all’attrezzo vero e proprio in modo che il legno si gonfi e rimanga ben saldato all’attrezzo.
Proprio per questo a fine stagione i manici in legno vanno oliati, altrimenti con il tempo possono spezzarsi. E la carriola va sempre sistemata in modo che non si formino ristagni d’acqua all’interno, che la arrugginirebbero in poco tempo.
In un prossimo articolo parleremo invece delle attrezzature a motore che usiamo nell’orto e fuori dell’area orto.