Coltivazione del grano
come si faceva una volta:
lavaggio e conservazione

chicchi di grano trebbiati, ancora con delle impurità Dopo aver mietuto, trebbiato e ottenuto quasi 20 chili di grano pulito, il lavoro non era ancora finito. Dovevamo ancora raccogliere la paglia sfalciata e abbandonata sul campo, trovare un modo per conservare i preziosi chicchi di grano e affrontare il problema della molatura. Come se tutto questo non bastasse, ci siamo messi in testa di migliorare la pulizia del grano raccolto!

Eravamo orgogliosi del risultato della trebbiatura ma non completamente soddisfatti, e abbiamo cercato di capire come ottenere una pulizia perfetta. Abbiamo scoperto che, nella trasformazione industriale, il grano trebbiato viene sottoposto a pulizia ottica. Vuol dire che si fa passare in macchinari che distinguono otticamente i chicchi di grano e soffiano via i residui e i chicchi che presentano un colore differente dagli altri con getti mirati d’aria.
Certo questo non lo potevamo fare, ma, cerca cerca, abbiamo trovato un video in cui alcuni prepper dopo la trebbiatura facevano il lavaggio dei chicchi di grano.
Ovviamente non potevamo non provare!

Lavaggio dei chicchi di grano

Abbiamo deciso di approffittare delle temperature roventi per procedere con la pulizia del grano. La zanzariera estensibile si è rivelata utilissima anche in questa fase. L’abbiamo sistemata sui cavaletti per farci un’idea di quanti chicchi potevano starci, quindi abbiamo ripreso il nostro grano trebbiato e proceduto con il lavaggio di una parte.

Abbiamo riempito una bacinella di acqua fredda e versato una piccola quantità di chicchi. In pochi secondi, come per magia, i chicchi puliti sono caduti sul fondo mentre sono venuti a galla tutti i residui e i chicchi che erano rimasti avvolti nella “pellicina”. Con un colino abbiamo quindi raccolto ed eliminato tutte le impurità e messo da parte i chicchi con membrana (tegumento) per le galline.
Attenzione a non aspettare troppo a togliere i residui che vengono a galla, perché con il tempo si riadagiano sul fondo!

Una volta lavati i chicchi, li abbiamo scolati in un colino più grande e li abbiamo distesi sulla zanzariera al sole ad asciugare. Abbiamo continuato fin quando la zanzariera non era piena. Dopo qualche ora, abbiamo controllato lo stato di asciugatura del grano e lo abbiamo spostato su una tovaglia, sempre al sole, per procedere con il lavaggio di altri chicchi. Al tramonto i chicchi sulla tovaglia e quelli sulla zanzariera erano belli asciutti e potevamo riporli.

Ci sono voluti solo due giorni per lavare ed asciugare bene i nostri 20 chili. In effetti è un passaggio in più, altro lavoro, ma la differenza di pulizia dei chicchi di grano è enorme, il lavaggio è veramente utile.

Aggiornamento

Per far asciugare il grano noi usiamo una zanzariera estensibile poggiata su cavalletti, ma il nostro amico Alessio ci ha suggerito un diverso procedimento.
La sua idea è senz’altro ingegnosa e molto economica per cui ci fa piacere condividerla con tutti.
Per asciugare il grano lui usa un telo zanzariera (solo il tessuto, molto economico) e lo distende su uno stendino per i panni (che più o meno hanno tutti), assicurandolo con delle mollette tutto intorno. Semplice, veloce ed efficiente! Grazie Alessio.

 

sacchetti di grano sottovuotoConservazione

Finita la pulizia del grano (il lavaggio) e asciugati tutti i chicchi ci siamo posti il problema della conservazione. La nostra idea era quella di conservare il grano in chicchi e macinarlo all’occorrenza, un po’ per volta, con un mulino domestico. Nella prospettiva di doverlo conservare diversi mesi abbiamo scelto di metterlo sottovuoto, facendo tanti sacchetti da un chilo. Secondo noi è il modo migliore, niente aria, niente farfalline o contaminazioni.

mucchi di pagliaLa paglia

Ultimo lavoro da fare è stato raccogliere i gambi delle spighe tagliati con il decespugliatore e lasciati sul campo. Armati di rastrello abbiamo cominciato ad ammucchiare la paglia facendo diversi cumuli. Non potendo fare delle balle, per le quali servirebbero macchine apposite, abbiamo messo la paglia in sacchi di iuta cercando di pressarla bene. Poi abbiamo caricato i sacchi su una cariola e li abbiamo trasportati in un altro punto del nostro terreno dove abbiamo un grande telone impermeabile per stiparli lì, in attesa di usarli. La paglia ci serve nell’orto come pacciamatura, e anche nel pollaio, sia per i nidi che come lettiera dentro le casette. Forse quest’anno non dovremo comprare altrove altre balle, vedremo se sarà sufficiente.

Macinazione dei chicchi di grano

Ottenere la farina dai nostri chicchi si è rivelato più difficile del previsto. Pensavamo di comprare un mulino domestico, si trovano facilmente, ma quelli buoni costano parecchio. D’altra parte se si vuole fare questo investimento è meglio optare per quelli con mola a pietra.

Aggiornamento

Alla fine abbiamo comprato il mulino, un modello leggermente migliore ma della stessa azienda di quello provato. Qui c’è un nuovo post in merito.

mulino domestico a pietraRimandando l’acquisto, abbiamo cercato mulini sociali che lavorassero piccole quantità (non tutti lo fanno) e abbiamo scoperto che la quantità minima è comunque 5 chili. Ma attenzione! Il costo richiesto per la macinazione è piuttosto alto, da 1 a 1,50 euro al chilo!
Pensando a tutto il lavoro fatto, conviene comprare la farina in un negozio bio! In realtà vale la stessa considerazione che possiamo fare per l’orto: economicamente non conviene. Fatica, tempo e rischi non sono ripagati ma consumare quanto autoprodotto ci dà la certezza di ciò che mangiamo in termini di qualità e sapore.

farina macinata con mulino domesticoAvevamo deciso di andare al mulino con i nostri primi 5 chili, quando, per puro caso, abbiamo conosciuto delle persone in possesso di un mulino domestico a pietra disposti a farcelo provare. Una vera fortuna poter testare l’oggetto e rendersi conto di come funziona prima di  comprarne uno.

L’oggetto è molto bello da vedere, tutto in legno, è robusto e funziona molto bene. Abbiamo provato il mulino domestico macinando un chilo di chicchi. Si può regolare la grana di molatura, quindi metà lo abbiamo macinato grosso e l’altra metà più fine. Macinare i chicchi di grano e trasformarli in farina è stato molto rapido e lo scarto è stato inesistente. Portando i chicchi al mulino, invece lo scarto è intorno al 3-4%. L’unica pecca è che, pur avendo una mola a pietra, scalda leggermente e la farina appena ottenuta è tiepida. Ma niente di così grave da comprometterne le qualità organolettiche.

Ora non ci resta che confrontare questo risultato con la farina che otterremo portando i chicchi al mulino sociale.

Conclusioni

Dopo questa esperienza possiamo dire che ci vuole molto tempo e fatica per fare tutto come una volta. Però abbiamo fatto anche molti errori, per la nostra inesperienza, che il prossimo anno non ripeteremo.

Cominciamo con la scelta della varietà per la semina. Oltre al fatto che un grano antico dicono sia preferibile per il contenuto di glutine inferiore (ma sembra che questo sia una sorta di mito senza fondamento), i grani antichi sono più alti, e l’altezza delle spighe è cruciale per fare meno fatica. Quindi varietà di altezza superiore al metro.

Finalmente abbiamo capito i tempi giusti per le varie fasi. Semina a metà novembre, mietitura a metà giugno, trebbiatura a luglio.

Rispettando i tempi, potremo provare anche la doppia coltura. Appena mietuto si può seminare il mais a sviluppo veloce e sfruttare così la stessa zona per due raccolti.

La fase di trebbiatura è la più impegnativa. Il prossimo anno proveremo ad usare un trituratore, togliendo le lame, o cercheremo di costruire un qualche attrezzo artigianale.

In ogni caso una cosa è davvero fondamentale, più persone. Essere in tanti dimezza il tempo e la fatica, quindi “istituiremo” la giornata della mietitura e della trebbiatura, invitando più amici possibili. Infondo il bello della vita di campagna è anche la condivisione dei lavori più impegnativi, l’incontro e la convivialità!

Post precedenti sulla coltivazione del grano:

  1. Coltivazione del grano come una volta: semina e crescita
  2. Coltivazione del grano come una volta: mietitura e trebbiatura

Altri post sul grano:

  1. Mulino domestico: dal chicco di grano alla farina
  2. Una trebbiatrice inaspettata per il nostro grano
  3. Decespugliatore falce per la mietitura del grano
  4. Mietitura e trebbiatura del grano: nuovi e vecchi metodi
  5. Coltivazione del grano: tutto sull’autoproduzione

 

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26 commenti

  1. Ciao a tutti, mi sono imbattuto in questo sito cercando informazioni su come conservare i chicchi di frumento (che vorrei acquistare per avere una scorta in casa,in caso di emergenza). Vi segnalo questo libretto (che ho solo letto): “La coltivazione familare del grano” (Libreria Editrice Fiorentina) dove è indicata una tecnica per ottenere rese elevatissime a fronte di un utilizzo ridottissimo di semente.

    1. Ciao Francesco, speriamo tu abbia trovato utile il nostro post sulla conservazione dei chicchi di grano.
      Riguardo al libretto che ci segnali, dobbiamo dire che lo conosciamo e l’abbiamo trovato molto lontano dalla nostra “filosofia” di agricoltura naturale. Pubblicato nel 1943 in Francia, illustra un metodo di coltivazione del grano che prevede la semina a distanza, cimature (o rincalzi) ripetute durante la crescita della piantina, in modo che da un chicco si possano ottenere diversi steli, e la sarchiatura del campo.
      Per chi fosse interessato: http://www.cerealiinrete.it/content/files/documents/coltivazione/semina-distanziata.pdf

      1. Ciao Donatella, informazioni utilissime. Ora devo acquistare il frumento. Mi piacerebbe comprarlo da chi ama la terra e la coltiva consapevolmente con amore. Senza “intermediazioni” di commercianti, che solitamente si prendono la maggior parte del guadagno lasciando le briciole a chi ha fatto tutto il lavoro. Se qualcuno potesse suggerirmi qualche contatto gliene sarei grato. Grazie a tutti

        1. Ciao Francesco, per comprare il frumento direttamente dal produttore, e in modeste quantità, l’unica soluzione è contattare qualche azienda familiare. Noi lo abbiamo trovato proprio facendoci un giro delle fattorie nei dintorni.
          Altra possibilità è quella di contattare i siti per lo scambio dei semi. Ad esempio semirurali (www.semirurali.net) fornisce moltissime varietà antiche, ma solo 100 grammi. Poi sta a te seminare, salvare il modestissimo raccolto e moltiplicare i semi.
          Il consorzio agrario di Siena, invece, distribuisce il Verna, ma non so in che modalità.
          L’ultimo suggerimento che possiamo darti è quello di comprare il grano in chicchi nei negozi biologici molto forniti e fare una prova di germinabilità. Noi, ad esempio, abbiamo comprato un sacchettino di Kamut bio in chicchi, lo abbiamo seminato ed è nato!

  2. Grazie per aver condiviso la vostra esperienza.
    Anche io ho iniziato a lavare il grano che però acquisto in un paesino ai piedi del Gran Sasso.
    Ho vagato per siti di ogni genere a caccia di un mulino casalingo. Ho trovato il vostro stesso prodotto ma mi sembra di capire che la cavità che accoglie il grano da macinare sia in plastica. E questo mi ha fatto desistere.
    A voi risulta che abbia parti in plastica?

    1. Ciao Anna, il nostro mulino ha la tramoggia in legno, cioè quella specie di conca in cui si mettono i chicchi da macinare.
      Se ti può essere utile, nel post che abbiamo fatto sul mulino domestico ci sono diverse foto e anche un breve video (oltre a consigli per l’acquisto). Lì si vede bene come è fatto il mulino della Komo.

      Speriamo di aver capito bene la tua domanda e di esserti stati utili. Tienici aggiornati.

    2. Ciao Anna, io ho 2 mulini per uso domestico: uno elettrico con tramoggia in legno e uno manuale con tramoggia in metallo (che non uso da parecchio tempo). Il mulino elettrico lo uso solitamente per macinare il miglio. Se hai bisogno di ulteriori informazioni fammelo sapere.

    3. Buongiorno,sono al mio secondo anno di produzione della farina in casa con il mio piccolo mulino a pietra e con il grano che prendo dalle aziende agricole della zona.
      Quest’anno ho lavato il grano come avete fatto voi e avrei una domanda…dopo aver fatto asciugare il grano circa 3 per al sole sul tamiso l ho trasferito nelle teglie che però si scaldano molto al sole.
      Potrebbe rovinarsi il grano?
      Grazie e complimenti per quello che fate e per questo blog!

      1. Ciao Elena, grazie per averci scritto e per gli apprezzamenti del blog.
        Le lamiere al sole estivo possono raggiungere anche gli 80 gradi centigradi, secondo noi sono troppi, rischi di tostare il grano piu’ che seccarlo e asciugarlo. Il che di per se comunque non e’ male. Qui un articolo sul grano arso, cioe’ tostato: https://www.ilgiornaledelcibo.it/grano-arso-caratteristiche/
        Comunque il nostro consiglio e’ di non usare le teglie, ma dei contenitori in legno, o delle spianatoie.
        Ciao!

  3. Grazie per la condivisione della vostra esperienza, anche io quest’anno a novembre conto di seminare 500-600 mq di Senatore Cappelli per la prima volta. Pertanto mi troverò ad affrontare le stesse problematiche: mietitura, trebiattura e la trasformazione in farina. Delle tre fasi quella che mi preoccupa di più è la trebiattura, per la trasformazione in farina ho il dubbio se ricorrere a qualche mulino o se comprare quelli piccoli sui 300/400 euro. Anche per la conservazione della farina ho dei dubbi.. nei sacchi alimentari di cartone ho paura nelle farfalline :(, forse conviene come avete fatto voi.. tenere i chicchi sottovuoto e fare la farina di volta in volta..

    1. Ciao Marco, siamo contenti di sapere che ci sono altre persone che si cimentano nella mini-coltivazone del grano.
      Certo, per iniziare, 600 mq non sono affatto pochi! Per tutte le fasi devi poter contare su un gran numero di braccia, specie per la trebbiatura che è la fase più impegnativa. Quest’anno noi abbiamo usato un biotrituratore modificato (vedi post): la trebbiatura è sempre molto lunga ma almeno ci si stanca meno!
      La conservazione della farina nei sacchi di cartoni non la consigliamo, oltre alle farfalline c’è il rischio che diventi rancida essendo integrale (e quindi anche con il germe di grano). Meglio conservare i chicchi, se puoi sottovuoto, e macinarli in piccole quantità all’occorrenza. Se dalle tue parti hai un mulino che ti macina ad un prezzo onesto, hai risolto. Altrimenti non resta che comprarsi un mulino domestico ed essere autonomi. Quelli della Komo sono ottimi, nel post dedicato trovi tutte le info e anche un codice sconto.
      Buona coltivazione e tienici aggiornati.

      1. Buongiorno!
        Ma, è possibile trovare la semenza del senatore cappelli???
        Io sono di varese, l’ho cercata anche sul web, ma non ho trovato niente…..
        Pensavo di fare esattamente la stessa esperienza della signora. Avendo già fatto esperienza con grano turco Marano per la polenta, pensavo di fare altrettanto con grano duro per fare pasta ecc..
        Grazie buona giornata 🙂

        1. Ciao Marco, grazie per averci scritto.
          Un giorno faremo un post sul senatore Cappelli, e su tutti i grani antichi e le operazioni di marketing che ci sono dietro.
          Ti anticipo comunque che il senatore Cappelli è una varietà che è stata data in gestione ad una ditta privata di Bologna; questa ditta è l’unica autorizzata a vendere il grano senatore Cappelli. Per cui se tu lo vuoi, ti devi rivolgere a loro. Ma non è finita! Dopo aver comprato da loro il grano, sei contrattualmente obbligato a vendere a loro, e solo a loro, tutta la produzione, che poi loro commercializzeranno (magari col tuo marchio). Il nostro consiglio è quello di trovare del senatore cappelli in chicchi da comprare a chili, e seminare quello bypassando la ditta di Bologna. Oppure cambiare grano, e scegliere un’altra varietà antica che non sia ancora diventata proprietà privata.
          Ciao!

      2. Io ho preso del grano direttamente dalla mietitrebbia:il grano è senatore Cappelli.
        L ho pulito versandolo da un recipiente ad un altro facendo volare via le pagliuzze .
        Un po’ alla volta l ho pulito togliendo i chicchi ancora avvolti dalla pagliuzza e qualche pietruzza o altro .
        Poi l ho conservato in sacchetti di cotone .
        Lo macino all occorrenza nel Bimby
        Massimo 500 grammi alla volta.
        Viene grossolano.
        Faccio il pane in casa usando questa farina grossolana insieme alla farina 0 oppure 1 al 40 per cento e con lievito madre che conservo ogni volta che panifico.
        Il pane piace in famiglia ma non so se faccio bene.
        Ho ancora un sacchetto di circa 10 chili di grano non ancora pulito e non so se avendolo in luogo all aperto ma asciutto sia ancora buono.qualcuno mi può dire per favore se è pericoloso?ho sentito parlare di muffe o altro.Grazie

        .

        1. Ciao Pina.
          L’argomento è complesso. Noi siamo solo un piccolo blog, cerchiamo di condividere quello che facciamo con passione e sperando che altri possano essere ispirati dal nostro esempio. Ma non abbiamo nessun titolo per dare quelli che sono di fatto consigli sanitari.
          Quindi possiamo solo rimandarti alle linee guida del ministero dell’Agricoltura per la conservazione dei cereali, che puoi trovare qui:
          https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/9703
          Spero di esserti stata utile 🙂

  4. Per quanto riguarda la conservazione del grano, è importante che sia ben pulito e l`umidità non deve oltrepassare il 13-14%. Ricordo che mio nonno lasciava asciugare il grano all`aperto dopo la trebbiatura oppure in un luogo asciutto e ventilato e dopo una decina di giorni lo metteva nei silos, i quali avevano una apertura laterale per l`aria.

  5. Quest’anno per la prima volta ho seminato il grano in un fazzoletto di terra, poco meno di 100 metri, circa un chilo o due non ricordo bene e pur essendo le spighe belle piene la resa è intorno ai 10 Kg ,veramente mi aspettavo di più.Abbiamo mietuto ieri fatto lasciare al sole ed adesso comincia la trebbiatura. La soddisfazione è tanta ma pure il lavoro.

    1. Ciao Maria, è un piacere sapere che qualcun altro sperimenta la coltivazione del grano in piccolo!
      Certo la fatica è tanta e nei nostri post abbiamo cercato di raccontare quanto lavoro ci sia da fare. Purtroppo, se si trebbia a mano, la mietitura è solo un terzo del lavoro!
      Per quanto riguarda la resa, a noi avevano consigliato di seminare 3 chili per 100 metri quadri, anche se la quantità di seme dovrebbe essere 1,8-2. Noi, seguendo i consigli, abbiamo raccolto circa 20 chili di chicchi; quindi se hai seminato un chilo la resa è giusta, se ne hai messo di più è un po’ scarsa. Ma come hai calcolato la resa se ancora non hai trebbiato?
      Anche noi siamo in fase di trebbiatura, e quest’anno stiamo sperimentando altri metodi. Presto faremo un post con i dettagli e i risultati ottenuti.
      Raccontaci anche la tua esperienza e i tuoi metodi (dalla semina alla farina), in modo da poter condivedere con tutti i “pazzi” che, come noi, si cimentano nella coltivazione del grano come una volta!

  6. Complimenti per l’esperienza che quest’anno proverò anche io… Ho seminato 1000 metri di Senatore cappelli e adesso sto iniziando ad andare “in paranoia” perchè non so come procedere. Non posso permettermi una raccolta così lunga e faticosa come la vostra esperienza perchè non ho tempo purtroppo. Che consigli potete darmi? Grazie per la disponibilità

    Pino

    1. Ciao Pino, grazie per il commento, e complimenti per il tentativo! 1000 metri sono tanti, se la resa sarà quella media del senatore Cappelli, dovresti fare almeno 2 quintali di grano, sono tanti! Noi ti consigliamo di coinvolgere gli amici, se non per la mietitura almeno per la trebbiatura. Per mietere, puoi usare un decespugliatore modificato (noi ci stiamo attrezzando in questo senso, presto pubblicheremo un post in merito), e in poco tempo mieti tutto. Poi lasci seccare sul campo, e per trebbiare se hai fretta usi magari due grandi teloni di plastica, quelli da 20 o 30 mq. Un telo in terra, poi sopra ci metti il grano, poi sopra il secondo telo, e poi ci cammini sopra con gli amici, ci passi un rullo da giardino, ti ingegni a esercitare pressione sulle spighe in qualche modo. Un tempo i contadini usavano i somari, o addirittura ci passavano sopra in macchina! Certo, un po’ di plastica ti finirà nel grano, è inevitabile, ma dubito che tu riesca a trovare teli così grandi in tessuto. Oppure puoi vedere se nella tua zona qualche contadino ha un trebbiatrice da aia, ma ormai è difficile. Extrema ratio, forse però la più fattibile di tutte vista la quantità che non è poca, chiedere la cortesia a una mietitrebbiatrice di mieterti e trebbiarti il raccolto: magari pagando te lo fa, se riesce a muoversi nel tuo campo, o se è piccola. Però torna a trovarci tra un mesetto… abbiamo forse una sorpresa in cantiere….
      Donatella

      1. Buonasera e grazie per la risposta. Attendo di scoprire come avete modificato il tagliaerba , magari prendo spunto. Nel frattempo volevo dirvi che mi hanno mandato il progetto di una trebbiatrice a pedali!! Non è fantastico?! Spero di fare in tempo a costruirla per quest’anno , di sicuro per il 2021 non mancherà! Un saluto a voi!

        1. Con un falcetto a mano si fà veloce e contemporaneamente si possono fare dei covi pronti per la trebbiatura.

  7. Grazie per l’articolo! Vorrei sapere se, nel frattempo, avete provato altre modalità di conservazione del grano. Ho letto che c’è chi riutilizza delle bottiglie di plastica con eventualmente degli assorbitori di ossigeno in bustine, oppure in secchi in plastica alimentare con coperchio a vite e guarnizione.

    1. Grazie per il commento, Riccardo! No, non abbiamo provato altre modalità perché sottovuoto e’ andata benissimo. I secchi in plastica alimentare sono probabilmente un’ottima alternativa, bisogna solo vedere i costi. Le bottiglie di plastica anche dovrebbero funzionare, se asciutte, ma non capisco il ruolo dell’assorbitore di ossigeno; in fondo il grano non corre il rischio di ossidarsi, almeno finché il chicco è intero. Per le farine invece avrebbe senso, ma noi ne moliamo poca alla volta, giusto quella che ci serve per la settimana, così non ha tempo di irrancidire. A meno che l’assorbitore non serva ad impedire lo sviluppo di larve e insetti; un problema che però non abbiamo avuto, non sappiamo se per il sottovuoto o per via del lavaggio precedente, che comunque è un’ottima pratica. Ad ogni modo il nostro è un continuo divenire e -si spera- migliorare. Continua a seguirci perciò, perché metteremo ogni nuovo tentativo e ogni nuova prova che faremo, sia nella coltivazione che nella conservazione e nella trasformazione! Ciao!

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