Coltivazione del grano
come si faceva una volta:
semina e crescita

spighe di granoNel nostro orto, per la prima volta, abbiamo avuto il grano. Ci piaceva l’idea di fare il pane con farina autoprodotta e abbiamo deciso di tentare. Sapevamo che senza l’uso di macchine sarebbe stato difficile e faticoso, ma non impossibile. In fondo come facevano una volta?

Semina

Tutto è iniziato con la ricerca del grano da seminare. Sembra banale ma non è stato facile trovare chi ci vendesse una modesta quantità di sementi. La coltivazione del grano è fatta su larga scala, ettari e ettari, e nessuno ci forniva 3 chili di semi per 100 metri quadri di coltivazione.

Alla fine abbiamo trovato una fattoria che ci ha gentilmente fornito le sementi per il nostro esperimento. Purtroppo un grano tenero industriale, varietà Bora, ma per il prossimo anno cercheremo di trovare un grano antico, meno ricco di glutine e più digeribile (almeno, così dicono; sarà vero?).

semina manuale del granoLa quantità di seme, 3 chili per 100 metri quadri, ci è stata suggerita dall’azienda agricola che ci ha fornito le sementi. In realtà, per il grano tenero, la quantità dovrebbe essere intorno a 180 chili per ettaro e quindi ne avremmo dovuto seminare meno ma, essendo la prima volta, ci siamo fidati degli agricoltori di zona.

Trovati i semi, abbiamo atteso il periodo giusto per preparare il terreno e seminare. Avevamo letto che in centro Italia queste operazione si svolgono tra ottobre e novembre ma, per non sbagliare, abbiamo aspettato che lo facessero nei campi qui in zona. Di solito è molto meglio guardare i locali, conoscono il luogo e le caratteristiche del suolo, ma questo è stato il primo errore da inesperti cittadini.
Infatti, parlando in seguito con delle persone anziane del posto, abbiamo scoperto che un tempo qui si seminava per San Martino, cioè l’undici novembre.

Comunque, seguendo i tempi dei campi vicini, abbiamo preparato il terreno in novembre, senza aratura, passando più volte con la motozappa, e abbiamo concimato spargendo un po’ di pollina pellettata.
Abbiamo poi aspettato che seminassero per fare lo stesso. La semina è avvenuta i primi di dicembre. Quindi quasi un mese di ritardo rispetto alle vecchie tradizioni!
Ovviamente noi abbiamo seminato a mano, a spaglio, cercando di spandere uniformente i semi, e poi abbiamo rastrellato un po’ per coprire i chicchi di grano. I semi devono essere molto superficiali (si dice debbano sentire le campane!), soprattutto su terreni argillosi. Qualche millimetro di profondità è sufficiente.

Coltivazione

Una volta seminato abbiamo atteso con trepidazione di veder germogliare i semi.

A gennaio avevamo un bel campo di piccole piantine che somigliavano ad erba. La distribuzione delle piante era piuttosto regolare, con pochissime zone rade. Per essere la nostra prima semina a spaglio il risultato era buono e ci siamo sentiti orgogliosi!
Per qualche mese il nostro piccolo campo di campo di grano è stato simile ad un prato, le piantine crescevano bene e sembravano proprio ciuffi d’erba.

Ad aprile, con grande stupore, finalmente le spighe. Verdi e poco visibili.

A maggio avevamo un bellissimo campo di grano verde, con belle spighe alte. Purtroppo il clima non è stato un granché, freddo e pioggia per tutto il mese, e abbiamo temuto che il grano non venisse bene in mancanza di sole.

Il mese successivo, giugno, con temperature altissime, sono bastati pochi giorni perché il nostro campicello cambiasse colore dal verde all’oro. Però, mentre il grano diventava dorato, crescevano anche molte “erbacce” tra le spighe, specie la cicoria, quasi più alta del grano.

Proprio vedendo il nostro campo pieno di erbe spontanee ci siamo chiesti come mai nei campi intorno (biologici), tra ettari e ettari di spighe non ci fosse neanche un filo verde. Domanda retorica, disserbanti. Ma esistono erbicidi biologici? In realtà no, anche l’ultimo regolamento europeo del 2018 conferma che non sono ammessi diserbanti, neanche “naturali”, come aceto, oli vegetali o acido pelargonico.

A fine giugno il nostro piccolo appezzamento ci sembrava pronto per la mietura, a giudicare dal colore, ma abbiamo deciso di aspettare che mietessero nei campi vicini.

Giorno dopo giorno però il grano cambiava il colore e le erbe spontanee crescevano sempre più, inoltre qualche spiga ha cominciato a spezzarsi…
Alla fine, la prima settimana di luglio, ci siamo decisi a telefonare ad una azienda locale e chiedendo quando pensavano di mietere. La risposta è stata sconfortante: loro aspettavano la mietitrebbia ma noi, facendo tutto a mano, avremmo dovuto cominciare molto prima!

Ecco, da non-campagnoli, senza esperienza diretta (neanche quella dei nostri nonni), abbiamo sbagliato!

Solo adesso sappiamo che in questa zona si cominciava a mietere intorno al 13 giugno, per la festività di Sant’Antonio da Padova, e per San Pietro (29 giugno) si doveva essere metà avanti e metà indietro, cioè a metà del lavoro, mietitura già fatta e trebbiatura da fare!

(segue: Coltivazione del grano come una volta: mietitura e trebbiatura)

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25 commenti

  1. Grazie mille per i consigli… ho ricevuto un’po di grano dalla Sicilia sotto le feste di Natale e volevo provare con la semina ( abito in Trentino a 1100 mt s.l.m) .
    Penso sia il caso ormai di aspettare i primi di marzo ( la zona è ben soleggiata ed esposta al sole ).
    Grazie.

    1. Ciao Alessandro, siamo contenti di esserti di aiuto.
      Di norma il grano si semina in autunno, per la semina in primavera noi sappiamo che è possibile solo con un grano tardivo.
      La cosa migliore è sapere quale varietà di grano ti hanno regalato, e chiedere a chi coltiva il grano nella tua zona quali sono i tempi e le varietà più adatte.
      Tienici informati e buona coltivazione!

  2. Ciao, trovo molto interessante il vostro sito. Abbiamo a disposizione un po’ di terreno dove vorremmo seminare del grano antico ma … pare impossibile trovarlo!!! Avete delle dritte da consigliarmi dove posso trovarli?

    Grazie in anticipo
    Emanuela

    1. Ciao Emanuela, il modo migliore per procurarsi il grano è cercare le aziende della zona che lo producono. Ultimamente i grani antichi sono di “moda” e molte aziende agricole li coltivano.
      Puoi provare anche su semirurali (www.semirurali.net) che fornisce moltissime varietà antiche, ma solo 100 grammi.
      In ultimo prova a comprare il grano antico integrale in chicchi nei negozi biologici molto forniti e fai una prova di germinabilità.
      Noi abbiamo provato con un sacchettino di Kamut bio in chicchi, lo abbiamo seminato ed è nato!

  3. Ciao a tutti io sto per seminare un ettaro di seme antico gentil rosso ed un campo sperimentante di grano censarola tutto fatto con poca attrezzatura chiunque vuole darmi una mano per seminare a mano mi contatti sono in Calabria nella pre-sila danielechiodo@libero.it ho anche un mulino a pietra con buratto per la trasformazione del grano

    1. Ciao Daniele, speriamo che tu possa trovare molti aiutanti, il progetto è impegnativo!
      Facci sapere, pubblicheremo volentieri la tua esperienza.

  4. Carissimi, seguo con entusiasmo questo vostro blog e vi ringrazio dei mille spunti che mi donate.
    Avrei una domanda sulla semina del grano o meglio sulla preparazione del terreno. Arate e fresate il suolo come in convenzionale? Lo chiedo perché mi piacerebbe riuscire a seminare su sodo ma la vedo dura a spaglio senza i giusti attrezzi come una seminatrice con rullo crimper: noi abbiamo solo un piccolo trattorino da vigna e non vorrei spendere migliaia di euro di attrezzature.
    Pensavo di provare con una passata veloce e superficiale con l’erpice a molle per poi seminare lungo le file create.
    Grazie mille del vostro contributo
    Davide

    1. Ciao Davide, ci fa piacere sapere che il nostro blog ti sia utile. Grazie.
      Noi non pratichiamo l’aratura sul nostro terreno, per nessuna coltivazione. Per seminare il grano facciamo una fresatura superficiale con una vecchia motozappa, una semina a spaglio manuale e una rifinitura a rastrello, per coprire i semi con un velo di terra. Non riusciamo sempre a fare tutto perfettamnete ma ci accontentiamo.
      Secondo noi si potrebbe seminare su sodo con successo ma solo con il metodo delle “palline di argilla” di Fukuoka, per evitare l’assalto ai semi da parte degli uccelli. Comunque la tua idea dell’erpice, e semina su fila, ci sembra buona. Non ti resta che provare.
      Tienici aggiornati. Ci piacerebbe condividere la tua esperienza sul blog. Buon lavoro!

    1. Ciao Emiliano, la resa del grano purtroppo varia ogni anno.
      Dipende da diversi fattori: varietà del grano, clima (sia in fase di semina che durante la maturazione), uccelli che banchettano appena dopo la semina, eventi imprevedibili (un anno il campo si allagato), ecc.
      Comunque, possiamo dire che di media 16-17 chili di chicchi puliti sono assicurati.

  5. Buonasera, due domande:
    1. Con un campo da 100mq quanti kg di farina siete riusciti a produrre?
    2. Come è andata a finire con la presenza delle erbacce? Le avete dovute togliere a mano? 😲

    1. Ciao Chiara, non c’è una risposta secca alle tue domande perché ogni anno la produzione è stata diversa, come i metodi usati per mietere e trebbiare.
      Nel post “coltivazione del grano: tutto sull’autoproduzione” puoi trovare la nostra esperienza di tre anni di coltivazione.
      In linea generale possiamo dire che 100mq producono da 20 a 45 chili di farina, molto dipende dal clima, dai problemi in fase di semina e dal tempismo di raccolta.
      Per le erbacce, invece, se mieti con il falcetto rimangono sul campo, mentre se usi il decespugliatore dovrai toglierle a mano prima di fare i covoni, almeno quelle più grandi.

    1. Ciao Giovanni, la cosa migliore è cercare nella tua zona e comprarlo da chi lo coltiva, meglio piccole realtà agricole.
      In alternativa puoi provare presso vari consorzi locali e/o università.
      Ad esempio semirurali (info@semirurali.net, http://www.semirurali.net) fornisce moltissime varietà antiche, ma solo 100 grammi. Poi sta a te salvare il raccolto e moltiplicare i semi.
      Infine puoi tranquillamente andare in un negozio biologico e comprare del grano integrale (varietà antiche, se lo trovi) e piantarlo.
      Noi lo abbiamo fatto con il Kamut ed è venuto!

    2. Buongiorno a chi legge.

      Sono un soggetto molto allergico per cui fino a qualche mese fa mangiavo solo pasta a mano prodotta in un paese vicino a dove abito. Purtroppo da qualche mese non posso più mangiarla perchè sulla descrizione di ogni confezione, oltre a riportare i soliti ingredienti di “semola di grano duro” trovo scritto che oltre a poter contenere soia anche senape. Purtroppo la senape mi procura qualche problema per cui sto cercando di comprare un mulino casalingo e fare la semola da sola. Il problema è, la senape si trova nel chicco oppure durante la lavorazione del grano durante la macina capitata durante la raccolta del grano?
      Nell’attesa di una risposta, ringrazio del tempo che avete dedicato a questa mia.
      Anna Maria

      1. Ciao Anna. Ovviamente il grano è grano, e la senape è senape, una pianta di grano non può produrre semi di senape. Nelle confezioni di pasta che compri c’è scritto così perché sicuramente il mulino da cui si servono lavora anche senape e soia, oppure il laboratorio che produce la pasta fa anche dei prodotti in cui è presente la senape o la soia. Per quanto possano pulire accuratamente la zona di lavoro, non possono escludere che particelle di senape o soia finiscano nell’impasto delle lavorazioni di solo grano, e dunque sono obbligati per legge a mettere queste avvertenze per le persone allergiche. Ma se tu ti produci il grano da sola, e poi te lo macini con il mulino in casa, non hai di questi problemi, a meno che nel campo di grano non ti cresca anche una pianta di senape o di soia e tu la raccogli e la trebbi insieme al grano. Abbastanza improbabile, anche perché i semi di grano sono grandi, quelli di senape microscopici, quelli di soia sono come i fagioli. Insomma, anche se per assurdo un uccello o il vento ti depositasse dei semi di senape o soia nel tuo campo di grano, al momento di trebbiare li riconosceresti…
        Se invece pensi di comprare il grano da qualche azienda e poi macinartelo, informati presso di loro.

  6. Mia nonna diceva “Giugno la falce in pugno”. Magari ti torna utile il prossimo anno per ricordare il periodo di raccolta 😀

    1. Ciao Simone, i proverbi contadini sono sempre affascinanti perché racchiudono spesso una sapienza pratica.
      Grazie.

  7. Mi ha fatto molto piacere leggere questo vostro articolo e scoprire la vostra piccola realtà. Sono un giovane di 25 anni che sta per effettuare lo stesso cambio di vita, e sono anche io molto interessato alla coltivazione di grano su piccola scala. Sicuramente coltivare una varietà antica avrebbe tenuto meglio a bada la erbe spontanee, in quanto le spighe antiche crescono molto più alte di quelle moderne. Se mi contattate per email, mi piacerebbe molto parlare un po’ con voi 🙂
    emanuele19956@live.it

    1. Ciao Emanuele, ho letto il tuo commento e vorrei farti i complimenti per l intraprendenza. Anche io sono interessato alla coltivazione del grano su piccola scala. Tu sei poi riuscito a dedicartici? È difficile iniziare? Ciao. Fabrizio

    1. Ciao Flavio, la tua domanda ci lascia perplessi ma ci da l’occasione di spiegare meglio quello che che abbiamo scritto.
      Non abbiamo mai detto che il grano va raccolto verde, nel racconto della nostra esperienza abbiamo voluto sottolineare che abbiamo cominciato a mietere troppo tardi, quando le spighe erano più che mature. Aspettare troppo significa che i chicchi cominciano a cadere da soli sul campo e cadono anche mentre si miete. La mietitura va fatta quando il grano è imbiondito ma non troppo avanti, quindi è meglio mietere, fare dei covoni e lasciarli qualche giorno dritti sul campo. Almeno così si faceva un tempo.
      Se invece ti riferisci all’usanza mediorientale (Palestina, Libano e Siria) di raccogliere il grano ancora verde, è appunto una usanza di quei luoghi. Il grano verde viene poi tostato, e se ne ricava una farina. Si tratta però di grano duro, quello che noi usiamo per fare la pasta, non il pane. Questo grano si chiama Farik in arabo, qui la spiegazione di come viene ottenuto, e le sue proprietà nutrizionali.
      Abbiamo chiarito i tuoi dubbi?

  8. Ho dei vecchi semi di grano tenero integri che coltivava mio padre conladata 1973.È possibile riprodurli? Ho provato varie volte ma senza successo. Grazie mille.

    1. Ciao Massimo, grazie per la domanda. Onestamente, non sono in grado di darti una risposta, e non mi va di dartene una generica. So che in russia gli scienziati sono riusciti a far germogliare semi vecchi di 32mila anni, ma appunto erano degli scienziati.
      Però girerò la tua domanda ad un paio di professori di agraria che conosco, e ti farò sapere cosa mi dicono. Qui il link all’articolo che parla dei semi trovati in siberia: https://www.ilpost.it/2012/02/21/sono-nate-delle-piantine-da-semi-vecchi-32mila-anni/

    2. Ciao Massimo.
      Ho sentito il mio amico professore che ti dicevo. Allora, la situazione è questa: noi non sappiamo come questi semi siano stato conservati. Se hanno preso acqua, o hanno subito altri stress e sono morti. Mi diceva che si è riusciti a far germinare semi di grano trovati in siti archeologici, ma erano stati sepolti in condizioni di conservazione ottimali. Dunque, devi fare così:
      1) Prendi un pò di semi, 50, 80, 100, una cosa così.
      2) Mettili nell’ovatta bagnata, come quando da bambino ti divertivi a far germinare i fagioli (lo hai fatto, vero?).
      3) Metti questa ovatta bagnata, con i semi dentro, vicino a un termosifone, tienila ad una temperatura di almeno 25 gradi, e se l’ovatta si asciuga inumidiscila di nuovo con uno spruzzino.
      4) In 4 o 5 giorni, se i semi non sono tutti morti, almeno alcuni dovrebbero germinare.
      5) Se qualche seme ha germinato, calcola la percentuale: (numero di semi germinati X 100) / (numero di semi messi nell’ovatta).
      6) Conoscendo la percentuale di germinabilità così ottenuta, è in caso possibile fare qualche trattamento per aiutare i semi, dargli più forza per germogliare.
      In bocca al lupo, e facci sapere come è andata!
      Donatella

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