Abbiamo cominciato a coltivare i ceci tre anni fa, come esperimento. Da allora 3-4 file di questo legume non possono mancare nel nostro orto.
Sono legumi davvero facili da far crescere, poco esigenti e semplici da conservare tutto l’anno. Ecco la nostra esperienza, dalla semina al piatto.
Abbiamo voluto provare questa coltivazione perché non avevamo mai visto una pianta di ceci, eravamo curiosi di vedere come era fatta e scoprire se davvero si poteva coltivare con poca acqua.
Siamo rimasti sorpresi dalla capacità di questa pianta di crescere solo con l’acqua delle pioggie, ma abbiamo anche capito che la resa è piuttosto scarsa. Infatti la pianta produce dei piccoli baccelli e ogni baccello contiene solo 1-2 ceci! Quindi, per avere una quantità consistente di ceci, bisogna avere un gran numero di piante.
Non per questo, però, bisogna rinunciare ad avere ceci in un orto familiare.
Essendo molto facili da coltivare si possono mettere in una parte di terreno non utilizzata, senza irrigazione, e seminarli piuttosto fitti.
La resa non è altissima, tra gli 8 e i 15 kg ogni 100 metri quadri, piantando tra i 500 e gli 800 grammi di seme. Noi facciamo una 50ina di mq l’anno e raccogliamo circa 3,5-4 kg di ceci (secchi) che ci bastano per tutto l’anno.
Semina
I ceci si seminano a metà marzo, a posterelle, e dopo la semina vanno innaffiati fino a quando i semi non germoglieranno. Questo è il solo intervento di irrigazione che richiedono, ma c’è da dire che comunque a marzo piove spesso, quindi non è un grande impegno.
Noi li seminiamo intorno a San Giuseppe, con luna crescente, ma lo abbiamo fatto anche con luna calante e non abbiamo notato differenze.
Per la semina usiamo i ceci della raccolta dell’anno precedente, e ne mettiamo 3 in ogni buchetta fatta sulla fila (semina a postarelle). Infatti nella foto accanto potete vedere che sono 5 nella buchetta, perchè ce ne sono caduti 2 in più 🙂
Li coltiviamo in una parte dell’orto senza sistema di irrigazione, quindi li mettiamo abbastanza fitti, circa 20-25 centimetri sulla fila. Nelle coltivazioni intensive si arriva anche a una densità quadrupla della nostra (10 cm sulla fila, e file distanziate 50 cm e non 1 metro come noi), ma a noi non interessa stabilire record di rendimento…
Spesso li usiamo come pianta di rotazione. Fave e ceci sono coltivazioni intercalari per noi, li mettiamo nelle file dove ci sono state altre specie di ortaggi che hanno sfruttato il terreno perché i legumi fissano l’azoto disponibile nel suolo. Solanacee (pomodori, peperoni, melanzane e patate) e cucurbitacee (zucche, zucchine, melone e anguria) sono “forti consumatori”, per cui dopo queste coltivazioni è molto utile seminare legumi.
Fave, favino, cece e trifoglio si possono coltivare anche per fare i sovesci, tagliando le piante appena prima della comparsa dei fiori, in modo che la quantità di azoto rilasciata sia maggiore.
I ceci non sono così ricchi di azoto come altri legumi, tipo le fave, ma comunque migliorano la struttura del terreno perché hanno radici molto profonde (per questo riescono a crescere senza irrigazione!)
Come detto, le prime settimane vanno innaffiati, altrimenti i semi non germoglieranno ma, una volta spuntate le piantine, non diamo più acqua. A meno di settimane di siccità, improbabili in primavera.
Le piante di ceci crescono abbastanza in fretta e verso maggio mettono i fiori, piccoli e bianchi, da cui si svilupperanno i baccelli.
Raccolta
Pian piano che si avvicina luglio, mese di raccolta, i piccoli baccelli da verdi diventano giallini, e tutta la pianta ingiallisce e poi si secca. Quindi è piuttosto facile capire quando è il momento giusto per la raccolta.
Per raccogliere si possono tagliare le piante ingiallite e lasciarle seccare a testa in giù oppure raccogliere solo i baccelli pronti mano mano.
Noi passiamo tra file e raccogliamo i baccelli pronti, senza tagliare le piante. Questo perché l’operazione di sgranatura richiede parecchio tempo, così possiamo sbaccellare piccole quantità alla volta.
Ricordiamo che nei baccelli ci sono mediamente 2 ceci, quindi servono parecchie piante se vogliamo fare una scorta di ceci per l’inverno. La resa è scarsa, ma alla fine riusciamo ad avere 3,5-4 chili di ceci secchi coltivando 3 file, lunghe 20 metri. Potremmo migliorare la resa lasciando meno spazio tra le buchette di semina, 15- 20 centimetri sarebbero ottimali.
Una volta sgranati li lasciamo seccare ancora qualche giorno prima di metterli nei sacchetti di carta, mescolandoli spesso per evitare accumuli di umidità residua che poi farebbe marcire i semi. Per noi è il metodo più semplice di conservazione.
Una parte la mettiamo via per la semina successiva, in modo da avere sempre ceci nostri, cioè piante abituate a questa terra argillosa e a questo clima.
L’operazione di sgranatura è la parte più impegnativa, in termini di tempo, facendolo a mano ci vogliono molte ore!
Dopo aver sgranato i ceci, i baccelli vuoti li usiamo come pacciamatura o li compostiamo.
Le piante rimaste sul campo, ormai secche, le tagliamo lasciando la radice nel terreno e le adagiamo sul terreno. Lasciamo che si degradino durante l’inverno, arricchendo il suolo, come facciamo per paglia di pacciamatura. In primavera, quando zappettiamo superficialmente, cerchiamo di incorporare i residui nel terreno in modo da migliorarne la struttura. Niente scarti, tutto torna alla terra, un ciclo di produzione sostenibile.
Ceci… nel piatto
I legumi sono un’ottima fonte di proteine, sali minerali e vitamine, indispensabili nella dieta se si vuole limitare il consumo di carne o se si è vegetariani.
Durante tutto l’anno gustiamo i nostri ceci in diverse preparazioni, basta ricordarsi di metterli in ammollo un giorno prima.
Quando lessiamo i ceci aggiungiamo un pezzetto di alga Kombu o due foglie di alloro, questo li rende più digeribili.
Noi li usiamo spesso per prepare la zuppa di ceci e baccalà oppure l’hummus, ma sono buonissimi anche da soli, conditi con olio e rosmarino.
I nostri ceci sono della varietà Sultano, una varietà di ceci piccoli, per questo poco pregiata. Però ha il vantaggio di avere la buccia molto leggera, e sono perfetti per fare l’hummus di ceci.
In Italia questa varietà è coltivata soprattutto per l’alimentazione animale, in medio oriente invece, dove appunto l’hummus è un piatto tradizionale, è la varietà più coltivata.
Lo scorso anno abbiamo seminato anche i ceci neri, una specialità locale, buoni ma con buccia più dura e richiedono un tempo di ammollo più lungo.
Abbiamo letto che i ceci si possono raccogliere anche verdi (non maturi) e cucinati con tutto il baccello, ancora verde, ma noi non abbiamo mai provato. Per quest’anno è tardi, ma il prossimo proveremo i ceci freschi.
5 commenti
Ciao, io ho piantato 1kg di ceci nell’orto (circa 50 mq) ma mi hanno reso 1.2 kg soltanto. Cosa può essere andato storto? Le piantine erano belle e ne avrò perse un paio in tutto. In circa 1 metro di fila non sono cresciute, ma in ogni caso ci sono rimasto molto male per una resa così risicata.
Ciao Maicol, la tua delusione è comprensibile.
Probabilmente le tue piantine, anche se belle, non hanno prodotto molti baccelli.
Hai innaffiato troppo? Noi abbiamo notato che troppa acqua (o pioggia) stimola la parte fogliare a discapito dei fiori. Inoltre non abbiamo capito se hai seminato in fila (singolo seme) o a postarelle. I ceci amano la semina “in gruppo”, vengono meglio se ci sono 3-4 semi nella stessa buca.
Non abbandonare la coltivazione, i ceci solitamente hanno poche esigenze. Quest’anno noi abbiamo seminato circa 800 grammi e abbiamo raccolto quasi sei chili!
Ciao Donatella, grazie per la risposta. Li ho piantati su 3 file di circa 5 metri quindi erano molto ben distribuiti e ravvicinati e non certamente radi. C’è da dire che in primavera, proprio nella fase di germogliazione e crescita iniziale, in romagna è venuta la famosa alluvione, e seppur a me sia andata benissimo, 200mm di pioggia concentrati in poche settimane se li sono presi tutti. Senza contare che a fianco mio padre aveva i suoi pomodori e melanzane e facendogli pena mi ha ammesso di aver innaffiato ogni tanto anche le mie piantine durante l’estate. Comunque li sto mangiando e mai provati ceci così saporiti e grossi. Riproverò il prossimo anno allora! Adesso stanno arrivano verso la fine del loro ciclo gli arachidi, vedremo loro come sono andati 🙂
Ciao Maicol,
sicuramente proprio la troppa acqua è stata la causa di una resa inferiore. Anche noi abbiamo avuto piante con molta vegetazione e più alte del solito, tanto che si sono un po’ allettate, proprio perché ha piovuto tutto il mese di maggio.
Facci sapere delle arachidi, quest’anno abbiamo ne abbiamo seminate una decina ma le piantine sono rimaste molto piccole. Magari puoi darci qualche consiglio.
Grazie bellissimo racconto 🙂