Vi siete mai chiesti se una pianta vede? E come vede una pianta? Questo articolo dà inizio a una serie di post sui “sensi” delle piante. Un modo un po’ insolito di guardare alle nostre piante, ispirato dal biologo Chamovitz, che ho trovato davvero interessante e curioso. Inoltre in parallelo scriverò anche sui sensi delle galline.
Dire che una pianta “vede” sembra una provocazione perché, ovviamente, le piante non hanno occhi e sicuramente non vedono per immagini. Ma, in effetti, “vedono” la luce, i diversi colori della luce. “Sanno” se c’è penombra, se è pieno giorno e da quale direzione proviene la luce.
Spettro di radiazioni percepito dalle piante
Tecnicamente parlando, captano le onde elettromagnetiche di uno spettro più ampio di quello nostro.
Noi vediamo come luce le radiazioni elettromagnetiche di lunghezza d’onda compresa tra i 400 e i 700 nanometri.
Una pianta “vede” le radiazioni elettromagnetiche di lunghezza d’onda compresa tra i 300 e i 750 nanometri; per cui “vede” dall’ultravioletto fino al cosiddetto rosso-lontano, quella parte dello spettro prossima all’infrarosso.
I fotorecettori delle piante
Per captare la luce, i diversi colori di luce, la pianta usa i fotorecettori, ne ha circa 12. Ci sono diversi tipi di fotorecettori ed ogni tipo è sensibile a un certo colore di luce e influisce in maniera diversa sul comportamento della pianta, le “dice” quando è notte, in che direzione piegarsi, quando germinare e quando fiorire.
Oggi sappiamo che le piante hanno fotorecettori per la luce blu, la luce rossa e quella rossa lontano.
Il fotoperiodismo
La capacità delle piante di rispondere al cambiamento della durata della luce (rossa), collegata alla lunghezza del giorno, è detta fotoperiodismo. Ma in effetti sarebbe più giusto dire che la pianta misura la durata del buio.
Chiamiamo piante brevidiurne quelle che fioriscono con giornate corte (e notti lunghe) e piante longidiurne quelle che fioriscono quando le giornate sono lunghe (e quindi le notti brevi).
Questa capacità è sfruttata dai floricoltori che intervenendo sulla quantità di luce (e quindi di buio) da fornire alle piante riescono ad avere fioriture programmate e fuori stagione.
Per esempio, si può far fiorire l’iris, pianta longidiurna, anche in inverno solo accendendo per pochi minuti una luce rossa durante la notte perché interrompendo la durata del buio stiamo simulando una notte breve e, con lo stesso sistema, si può inibire la fioritura del crisantemo, pianta brevidiurna che ha bisogno di notti lunghe!
Il fototropismo
La capacità di “vedere” la luce blu, oltre ad intervenire nella fioritura e nel fototropismo (capacità della pianta di piegarsi in direzione della luce), sincronizza anche l’orologio biologico detto orologio circadiano che regola i rimo giorno-notte, come per noi umani, e permette alla pianta di sapere quale stagione dell’anno sia.
(Ho fatto le illustrazioni per rendere più chiare queste informazioni, almeno spero!)
Tuttavia la cosa più importante è che la luce per una pianta è nutrimento. La pianta ha bisogno della luce per la fotosintesi clorofilliana che le permette di fabbricarsi il cibo!
(fonte: corso – What a plant knows – Prof. Daniel Chamovitz)
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