Che primavera strana! Siamo a metà maggio e l’orto estivo non è ancora completamente impiantato, non solo da noi ma in tutti i campi qui intorno. Il freddo e la pioggia non ci hanno permesso di fare tutti i lavori previsti: o la terra era troppo bagnata o le temperature troppo rigide per trapiantare le piantine estive, specie quelle dei semenzai.
Nell’orto
Semine e trapianti
Le piante dell’orto invernale sono esaurite, le stiamo togliendo tutte, lasciandone un paio per tipo, in modo che vadano a seme. Raccoglieremo i semi e li risemineremo, quest’anno proveremo a farlo in anticipo, appena i semi saranno pronti.
I primi di maggio abbiamo trapiantato le piantine dei semenzai: piselli, zucchine e peperoni ma forse avremmo dovuto aspettare ancora. Non stanno così bene, l’umidità e il freddo le rende sofferenti (oltre alle lumache che gradiscono le giovani piantine!).
Stiamo facendo i trapianti anche di tutte le varietà di pomodori antichi, e speriamo bene! Erano diventate troppo grandi per rimanere nei semenzai ma qui, la notte, abbiamo ancora 3-4 gradi!
Alle piantine di nostra produzione, nell’orto si sono aggiunte melanzane, cipolle e basilico, comprate al vivaio.
Nell’orto estivo seminiamo anche i fagioli ma, visto il clima, abbiamo deciso di seminarli in semenzaio. Così ecco un’altra avventura di semina, un semenzaio di fagioli del purgatorio e fagioli borlotti. Questo però sarà più facile da gestire perché, una volta nate le piantine, potrà rimanere all’aperto.
Bene, l’orto estivo è iniziato, la fatica stagionale pure!
Una novità, quest’anno abbiamo usato stallatico di cavallo. Sarebbe stato meglio incorporarlo nel terreno in inverno, ma ce l’hanno regalato adesso e, essendo già maturo, abbiamo voluto provare a metterlo lo stesso, vedremo se aiuterà le piante e la terra.
La raccolta delle fave è iniziata, la resa sembra sia inferiore rispetto allo scorso anno ma non ci lamentiamo perchè sono buonissime. I ceci crescono lentamente, preferiscono la siccità alle pioggie mentre il grano cresce benissimo, non vediamo l’ora che da verde diventi color oro. Come non vediamo l’ora di assaggiare i nostri primi carciofi!
Avversità
Questo clima ha portato gli afidi, scoperti sui broccoletti rapini in fiore, su qualche fava e su un alberello di visciolo. Abbiamo ingaggiato una “lotta manuale” contro questi animaletti e contro le formiche (che li allevano), eliminando le piante e le foglie più colpite e togliendoli a mano sui germogli. Abbiamo fatto un trattamento con olio di neem ma perché sia efficace andrebbe ripetuto più volte e visto che piove quasi ogni giorno è quasi impossibile.
Anche il ciliegio è malato, monilia. Purtroppo ci siamo accorti solo adesso che le foglie si stanno picchiettando di marrone, ma ora, in fase di maturazione dei frutti, non possiamo fare nessun trattamento. Speriamo resista fino all’autunno, la poltiglia bordelese potremo darla solo alla caduta delle foglie.
Nel pollaio
Siamo andati alla fiera agricola di Montecastrilli, un tripudio di macchinari e trattori, pochi allevatori e vivai.
Lì abbiamo deciso di prendere altre gallinelle per rimpiazzare la nostra ovaiola morta il mese scorso.
Purtroppo la stragrande maggioranza degli animali presenti erano di tipo commerciale, cioè ovaiole industriali, in tutte le colorazioni. Le uniche galline di razza erano vendute a coppie (con il gallo), e così abbiamo dovuto prendere animali piccoli, pollastre di tre mesi: una livorno collo d’argento, una livorno collo oro e una marans. Credo, però, che uno dei tre sia un maschio, quindi lo riporteremo indietro.
Ora sono in quarantena, cioè separate dai nostri, sono in fase di adattamento e controllo in un nuovo recinto. Penso non avessero mai razzolato nella loro vita: il primo giorno camminavano sull’erba in modo buffo ed ora passano molto tempo a fare i bagni di sabbia e ad assaggiare tutto ciò che è verde. Sono piuttosto schive e molto paurose della presenza umana, d’altra parte vivevano in gabbia.
Le nostre galline (e il gallo) non sono molto interessate alle nuove arrivate, continuano la loro solita routine. Andare al pollaio è ancora difficile, il gallo araucana è molto territoriale e geloso del suo harem.
Diy
Con l’arrivo dei nuovi animali, abbiamo dovuto fare un nuovo recinto all’interno del pollaio, con urgenza. In realtà ci pensavamo già da un po’, perché è molto utile avere un altro spazio recintato. Oltre che per l’inserimento di nuovi esemplari, potrà servire in caso di cova e malattia (speriamo mai).
Con l’esperienza, questa volta è stato tutto più facile e veloce. Abbiamo messo i pali di castagno con l’aiuto di una trivella a scoppio (affittata ad ore), inserito i tirafilo per il fil di ferro tirato in alto e sistemato la rete fissandola con la sparapunti ai pali e con fil di ferro leggero in alto, sul filo teso. Abbiamo costruito anche la porta, questa volta con listelli e perline di legno, molto più leggera di quella del recinto principale (fatta con i pali), manca solo di passare l’impregnante.
Ma la manutenzione, con olio o impregnante, dobbiamo farla ancora a tutti i manufatti di legno perché con la pioggia è difficile programmare una giornata da dedicare a questo.
Infatti anche le panchine fatte con i noci (quelli secchi che abbiamo dovuto abbattere), aspettano di essere rifinite e ancora non le possiamo usare!