Il riposo invernale si avvicina, novembre è il mese delle ultime fatiche agricole.
Dopo una stagione come questa, non ci dispiace affatto che si concluda. La delusione è stata tanta e la dispensa, da cui attingere durante l’inverno, è mezza vuota.
La stagione è stata difficile, clima e temperature particolarmente anomali, anche adesso. Dovremmo essere nel pieno dell’autunno ma, a parte le pioggie, qui sembra fine estate. Il paesaggio è tuttora piuttosto verde, dei bei colori autunnali sono un accenno e nell’orto i pomodori sopravvissuti sono in fiore, anche se siamo a novembre. Mah!
Dopo gli ultimi lavori agricoli di questo mese, finalmente avremo tempo per ricaricarci, ritrovare entusiasmo e dedicarci a qualcosa di diverso.
Novembre nell’orto
Nell’orto ci sono poche piante invernali e ancora molti tutori per le piante di pomodori che però sono quasi tutte morte.
Resistono i pomodori Amana Arancio, che ancora fioriscono e cercano di portare a maturazione i primi frutti. Già, i primi, perché, nonostante la stagione estiva sia finita, finora le piante hanno prodotto solo fogliame e di pomodori non ne abbiamo mangiato nessuno!
Sappiamo che i pomodori di taglia grande da noi non producono molto, ma quest’anno ci sembra di aver capito che questi pomodori antichi sono molto lenti e non tollerano proprio le temperature elevate. Il prossimo anno proveremo a seminarli a gennaio (in semenzaio riscaldato) e a trapiantarli nell’orto prima degli altri. Vedremo se la nostra intuizione si dimostrerà giusta.
Di ortaggi invernali nell’orto non ce sono molti. Le semine in semenzaio hanno prodotto piantine troppo piccole da trapiantare. Alcune le abbiamo comunque messe in campo ma, dopo due giorni, non ce ne era più traccia. Sparite (lumache predatrici) e/o morte (radici troppo esili).
Nell’orto quindi ci sono solo cavoletti di Bruxelles e qualche verza, tutte piante dello scorso anno, e un paio di broccoli rapini nati spontaneamente.
Semine
Dopo l’insuccesso dei trapianti degli ortaggi invernali, abbiamo seminato direttamente in campo la canasta, i broccoli rapini e i friarielli. Difficile che nascerà qualcosa, visto che andrebbero seminati ad agosto, ma non si sa mai.
I primi di novembre, come ogni anno, è tempo di piantare i bulbilli di aglio, aglione e cipolle da consumo fresco. Lo faremo appena smette di piovere, per ora la terra è troppo fangosa.
Sovescio
Nell’agricoltura Naturale, fino a metà novembre si può effettuare la semina del sovescio, pratica basilare per rigenerare il suolo.
Quest’anno abbiamo voluto provare il sovescio del becchime, più per curiosità che per fare un vero sovescio.
Abbiamo utilizzato il metodo dei “tre giorni”, già provato con successo, ma ci siamo subito resi conto che nel mix non c’erano molti semi interi. Eccetto i semi oleosi, girasole e lino, e qualche chicco di orzo e di mais che erano integri, il resto era tutto spezzato o sfarinato.
Abbiamo provato comunque.
Dopo un giorno di ammollo non c’era traccia di alcun germoglio, e neanche dopo due. L’odore era sempre più simile a quello che si sviluppa quando si fa il mangime fermentato. Il terzo giorno ci siamo arresi e abbiamo buttato via tutto.
Forse il becchime era troppo vecchio, anche se ben conservato, fatto sta che non ha funzionato.
Fuori dall’orto
Di solito a fine ottobre si seminano grano e legumi, quest’anno però le temperature erano piuttosto miti e qualche contadino ci ha consigliato di aspettare. Dicono che serve un po’ di freddo per queste colture.
Comunque sia, aspetteremo per forza visto che la terra è troppo intrisa d’acqua per effettuare le semine!
Grano
Il raccolto di quest’anno è stato molto scarso, sia per le piogge di maggio che per il forte vento che ha allettato tutto il Senatore Cappelli.
Di questo ne abbiamo raccolto, con grande fatica, solo 3 chili che useremo tutti per la semina. E, in barba all’alternanza grano-legumi, lo semineremo nella stessa area dello scorso anno perché speriamo che da quello rimasto sul campo nasca spontaneamente qualcosa.
Per il grano tenero, invece, useremo il sistema delle rotazioni e quindi andrà dove lo scorso anno abbiamo seminato le fave.
Legumi
Di fave ne metteremo un po’ più del solito visto che il raccolto è andato molto bene. Ovviamente useremo le nostre, con il solito metodo della semina a posterelle.
I piselli li seminiamo a marzo perché seminati in autunno non sono mai venuti bene, ma dedicheremo una mezza fila alla semina della roveja. Questo pisello selvatico ci è sembrato molto rustico e vogliamo provare a metterlo anche adesso. Confronteremo crescita e produttività con quello che semineremo a marzo.
Olive
Per molti novembre è il tempo della raccolta delle olive.
Noi abbiamo solo due alberi e quest’anno hanno prodotto pochissimo, quasi nulla. La raccolta è stata velocissima, in tutto una misera ciotolina!
Abbiamo cominciato il processo di salamoia, anche se le olive sono talmente poche che basteranno appena per un singolo aperitivo.
Frutteto
L’unico albero da frutta invernale che abbiamo è il melograno, stracarico di frutti che però non sono ancora maturi.
Purtroppo con le pioggie molti frutti si stanno spaccando e, una volta spaccati, marciscono in fretta.
Quindi abbiamo deciso di raccogliere quelli aperti, e all’apparenza più maturi, poi li abbiamo spremuti per ricavarne il succo che conserviamo in freezer.
Per raccogliere quelli integri aspettiamo ancora un po’ visto che anche i frutti con semi belli rossi sono risultati ancora un po’ aspri.
Estate di San Martino
Aspettiamo con ansia l’estate di San Martino, cioè confidiamo che il tempo migliori, che ci siano diversi giorni di sole e che la terra si asciughi per effettuare tutte le semine.
Approfitteremo anche per fare l’ultimo taglio di erba prima dell’inverno e qualche sistemazione esterna che ancora non abbiamo ultimato. Ad esempio riuscire a dare un’altra mano di olio agli arredi in legno e pacciamare meglio la carciofaia e la base degli alberi da frutta.
Dopo le ultime semine sarà tempo di pulire e mettere via tutti gli attrezzi agricoli, in attesa del nuovo anno.
Novembre in cucina
Novembre per noi significa marmellate con la zucca.
Oltre a quella di pomodori verdi e zucca (quest’anno pochissimi vasetti), abbiamo provato altre varianti.
Già fatta una marmellata di zucca e castagne (era una prova ma la rifaremo subito data la bontà) mentre ancora in lavorazione quella di zucca e limoni caramellati, ricetta della solita pasticciera Christine Ferber.
E non mancheremo di testare anche una marmellata di sole castagne, visto che ne abbiamo diversi chili presi da un amico che ha un castagneto sui monti viterbesi.
Prossimamente su queste pagine le ricette delle confetture più gustose!